Lamagara al Roma Fringe Festival

la magara

Da un’idea di Emanuela Bianchi
Scritto da Emilio Suraci ed Emanuela Bianchi
Adattamento e interpretazione di Emanuela Bianchi

Calabria, 1769.
Cecilia Faragò è l’ultima fattucchiera processata per stregoneria nel Regno di Napoli, processi che grazie a lei e alla sua battaglia non saranno più celebrati in tutto il sud. Con lei muoiono i segreti della terra in un luogo del mondo in cui la terra è potere.
Chi è la magàra Cecilia?
Fata o strega, lucifera, portatrice del sole o della luna, donna infi ne e prima di tutto. Che si appropria della forza tellurica dal ventre del mondo e ne fa decotto di erbe, credenza, maleficio.
Lamagara è la donna che pensa, che guarda troppo avanti , che sospetta, che non crede a niente.
La strega a cui il mondo chiede di nascondere le sue ipocrisie, per poi lapidarla per le sue stesse colpe. Una microstoria che si aff accia dal passato, un urlo di redenzione da quel mondo di storie disperse che formano la memoria negata del genere femminile.
Profetessa dell’uguaglianza e donna irregolare di un Mediterraneo arcaico, viscerale, eroti co, fatt o di magismo, supersti zione e divinazione, domina la natura aspra della terra, dei suoi frutti , dell’acqua, del fuoco.
Notti di luna e profumi arcani di un Sud dell’anima e del corpo raccontano quel fuoco di rabbia che seduce, verità di ogni tempo senza sovrastrutture.
Lamagara mett e in scena i luoghi eterni della generazione e dell’eros, della diff usività maternale di vita, morte e reifi cazione in corpore feminae.
Non un semplice monologo, ma un’interazione di voci della storia, sommerse nell’oblìo di un presunto peccato, che si elevano, con il personaggio di Cecilia,
verso la luce, a smascherare il doppio volto della verità dell’uomo, le pieghe della sua quoti diana magia.
Un linguaggio denso e terrestre come humus, impastato di un materiale verbale pieno e screziato dove il corpo è utilizzato come strumento della narrazione
che coinvolge lo spett atore in una esperienza sensoriale potente, poeti ca e parossistica.
Lo sguardo di Emanuela Bianchi diventa parola, genesi, riscatt o di una verità selvaggia, processata dalla storia.
Il progett o si fa portavoce di un teatro contemporaneo antropologico e sensoriale, legato ai valori della narrazione e della memoria storica e culturale. Per questo moti vo è stato selezionato dalla commissione del Roma Fringe Festi val per partecipare a una delle più grandi vetrine italiane di Teatro Off , collegata allo storico Edimburgh International Festi val che si svolge fin dal 1947. In palio per il vincitore la possibilità di portare il proprio lavoro al Fringe Festival di New York, mentre al secondo classificato la partecipazione al Fringe Festival di San Francisco.

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