„Amor vincit omnia“ – L‘amore vince su tutto

 

Gaetano Franzese è un artista cittadino del mondo. Dopo aver concluso la sua carriera come ballerino solista presso il Saarländisches Staatstheater, è rimasto nella sua patria adottiva nel Saarland e ha seguito una formazione come scenografo teatrale. Attraverso corsi e workshop, ha approfondito le sue competenze nelle arti visive e ha trovato il suo stile personale. Ora si dedica non solo alla pittura, ma anche al lavoro tridimensionale. Franzese ha esposto sia in patria che all’estero e ama collaborare con amici artisti di diverse discipline, mantenendo fedeltà alla scena teatrale come regista e assistente alla regia presso il teatro statale

 

Amor vincit omnia, cosa si nasconde dietro a questa affermazione?

Beh, chiaramente l’amore che vince su tutto è un po’ diventato il mio mantra in questi ultimi anni. Devo anche dirti che nella mostra ha anche un sottotitolo, “Amor vincit omnia- io tu noi”. Quindi è un po’ lo stare insieme, un po’ il cercare nell’altra parte. Nella l’altra parte di te, in un’altra persona. E poi questo “amour vincit omnia ” per me è un po’ ovviamente una cosa che non ho inventato io. Già nei quadri di Leonardo e di Caravaggio compare l’ “amor vincit omnia” o “il vincit omnia  amor”. Dove appunto è un grido di speranza, di speranza che l’amore possa vincere su tutto. Concetto valido soprattutto in questo periodo di guerre, di brutture e di grigione mondial.  Insomma, che l’amore possa avere la meglio su quello che l’uomo ha. Proprio con il rapporto con il prossimo, con gli altri esseri viventi, con il pianeta, con il vicino e con il partner.

Qual è il fil rouge che collega i quadri che esponi in questa mostra?

Bene, i quadri che sono nella mostra non sono quadri che sono stati fatti per la mostra. Quando mi hanno chiesto se avessi un titolo ho optato “Amor vincita omnia” che ritorna sempre. Allora sono andato a prendere un po’ di quadri vecchi. Ci sono anche quadri che hanno una ventina d’anni, una decina d’anni, e li ho un po’ rielaborati e   rispolverati e

La mostra si viluppa su tre livelli. Al secondo piano ci sono dei quadri che io ho fatto qualche anno fa insieme al mio amico collega, Volker Schmidt, conosciuto meglio con il suo nome d’arte Galugier. E è una cosa che facevamo qualche anno fa, dal titolo “Bewebung Begehung”. E anche qui ci sta questa comunicazione fra due artisti sulla stessa tela. Infatti, al secondo piano ci sono i quadri, proprio tutti questi quadri che abbiamo fatto all’epoca, più altri lavori nuovi che abbiamo fatto proprio qualche settimana prima della mostra.

Quindi per riassumere, quanti anni vengono ricoperti da questi quadri?

Proprio una ventina d’anni. Gli ultimi vent’anni.

Guardando i quadri che avevi esposto, ho notato che alcuni, invece del prezzo, avevano l’indicazione “invendibili”. Come mai?

Ah sì, questa è una cosa che abbiamo deciso io e Volker, perché ci stanno dei pezzi che abbiamo fatto insieme, che ci piacciono talmente tanto che vorremmo tenerli. E infatti proprio uno di questi quadri c’è stata una signora che avrebbe avuto, lo voleva comprare. Ma noi abbiamo gentilmente rifiutato.

 

Elisa Cutullè

 

Foto: (c) Elisa Cutullè

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