Photocredit: Cristina Canali
Oggi, 6 febbraio, alle ore 19, all’Auditorium della Scuola di Musica Popolare di Testaccio, Piero Brega in concerto, con la sua band, per presentare il suo nuovo CD, Mannaggia a me, edito da Squilibri, a undici anni di distanza dall’ultimo album da solista del cantautore romano, già frontman e voce del Canzoniere del Lazio e tra i fondatori del Circolo Gianni Bosio.
Con i movimenti carsici che contraddistinguono il farsi della sua ispirazione, chiamata a misurarsi con urgenze di vita o a lenire ferite che non trovano risposte, Piero Brega ritorna a cantare ancora, con amore e disincanto, di una Roma periferica e dolente, senza ammiccamenti né accondiscendenze al suo stesso pubblico. Da un punto di vista musicale, infatti, Mannaggia a me si pone all’ombra di altre culture, coltivate fin dagli anni giovanili ma covate e accarezzate a lungo, anche quando sembrava del tutto immerso nelle tradizioni di casa nostra. Una scelta coraggiosa, quella di innovare ritmi e sonorità del nuovo disco, che in realtà è stato anche l’esito, in un certo senso obbligato, di una lunga ricerca.
“Per esprimere fino in fondo quello che avevo dentro -ha dichiarato il cantautore romano- serviva un gruppo barocco e postmoderno, che raccogliesse tutto: la musica popolare, il blues, il Pop, l’avanspettacolo e lo stornello, insomma quella musica che potevo mettere insieme con le mie canzoni. Anche per questo, assieme a Oretta Orengo, la mia compagna di vita e di arte, come i Blues Brothers siamo andati a ricercare i musicisti che con noi collaborarono in passato e abbiamo messo su un gruppo che merita davvero d’essere ascoltato”.
Con lui e Oretta Orengo (oboe, corno inglese e canto) sul palco della Scuola di Musica Popolare di Testaccio ci saranno Ludovico Piccinini (chitarre, charango), Emanuele Marzi (basso), Piero Fortezza (batteria) e Luciano Francisci (fisarmonica) per un suono affinato da una comune passione e che “come un cuore pulsante, segna l’ineluttabile fluire del tempo che dice di andare e andare”.
Nei testi Brega si conferma straordinario cantastorie contemporaneo con una ineguagliata capacità di fissare, in cartoline sonore di grande efficacia, scene di vita quotidiana che, come in un incubo, si rovesciano in spaccati di perdizione, emarginazione e redenzione. Sull’onda lunga di altre sue memorabili interpretazioni come Su comunisti della Capitale, una nota amara di protesta civile si leva dal suo canto senza però ricadere nelle enfatizzazioni di una successiva canzone politica. Folgorante al riguardo il brano che dà il titolo all’album, la ricostruzione di una lite tra barboni nella metropolitana, di impressionante verismo, o anche Strada scura dove un fatto di cronaca nera e di teppismo, qual è stato l’incendio della libreria La pecora elettrica in un quartiere di Roma, si intreccia a una storia di alcolismo in un’altra periferia, avvertendo nella notte della disillusione il dolore della città.
Di brano in brano si delinea con forza una sorta di autoritratto dell’artista, fiero di una libertà che si esalta nel rovesciamento di valori e prospettive. Un artista capace di specchiarsi nel fare noncurante di un altro drop out nel brano Il sorriso di un pensatore o di gridare la propria alterità a un manager in vena di angherie in Triangoli quadrati nella consapevolezza di essere in fondo “un marinaio senza mare” che, fuori da ogni schema, trova però il senso pieno di quanto vive e realizza. Suggestioni che durante il concerto saranno accentuate anche dalla lettura di stralci del primo libro di racconti, Uno splendido caos, che Brega ha dato alle stampe poco prima dell’uscita del libro: e nell’alternarsi di scrittura e musica si renderà più evidente l’universo di un cantautore metropolitano “con i piedi nella terra della musica popolare e la testa nel cielo iridescente della canzone d’autore”.
Un concerto da non perdere che, per le ormai note ragioni, si potrà seguire in diretta sul canale You Tube della Scuola di Musica Popolare del Testaccio che, con il concerto di Brega, riprende l’attività concertistica Musica & Musica per il 2021
Piero Brega
Una carriera decisamente anomala quella di Piero Brega. Tra i fondatori del Canzoniere del Lazio e del Circolo Gianni Bosio, attraversa da protagonista gli nni settanta, affermandosi come una delle voci più carismatiche di una nuova tradizione urbana e caratterizzandosi, assieme ai suoi compagni, per l’originale fusione di elementi etnici con sonorità jazz e progressive, che anticipava di molto la stagione ancora da venire delle “contaminazioni”. Esperienze innovative, proseguite con i Carnascialia e Malvasia, e allargate anche al mondo del teatro dove è anche voce solista dell’opera di Giovanna Marini, “Il regalo dell’Imperatore”.
Poi un’eclisse dalle scene musicali durata circa venticinque anni, in cui si è impegnato come architetto con progetti di grande prestigio come la direzione dei lavori della moschea di Roma per conto dello studio Portoghesi. E poi, improvviso e inatteso come una sorta di miracolo, nel 2004 l’esordio da solista con un disco di conturbante bellezza che rivelava al mondo anche le sue capacità di scrittura e affabulazione. Come li viandanti vince così il Premio Ciampi come opera prima alla quale fa seguito, cinque anni dopo, il disco della riconferma, Fuori dal paradiso, in cui si evidenzia la maturità dell’artista che riesce a elevare nelle atmosfere rarefatte della poesia anche le più ordinarie esperienze quotidiane. E ora, dopo dodici anni che non sono passati invano, il nuovo disco Mannaggia a me, pubblicato da Squilibri.