Stabat Mater: Due chiacchiere con Gaetano Franzese

Gaetano Franzese(c) Erwin Almeyer

Gaetano Franzese, napoletano classe 62 si è diplomato all’Accademia Nazionale di Danza di Mara Fusco a Napoli. Dopo una carriera da ballerino solista in Italia, Israele, Austria e Germania è ora membro fisso della direzione del teatro con qualifica di regista. Gli abbiamo chiesto di fornirci la sua visione dell’interpretazione.

 

Come è caduta la scelta su STABAT MATER, preghiera molto forte nel Sud Italia?

È un pezzo che mi ha emozionato dal primo momento (anni ’80!) che lo sentii in un film di Lina Wertmueller…ha una forza e un’armonia che mi mettono il balsamo su tutte le ferite del cuore…

 

Hai deciso aprire e chiudere la tua interpretazione con due pezzi per strumenti ad archi. Come mai questa scelta specifica? Che valenza hanno gli archi per te?

La scelta degli archi è stata dovuta al fatto che Stabat è composta per archi e con la stessa strumentazione dovevamo pensare pezzi che dovevano aprire e chiudere la serata e portarla ad una durata adeguata. Scelsi e Nono sono poi stati scelti per mettere in risalto la “differenza”, il contrasto tra il barocco e il moderno, contrasto poi tipico dell’essere napoletano….

 

Quale è stata la tua sfida maggiore nel mettere in scena questo pezzo?

Portare in scena, sul palco della Alte Feuerwache, in un contesto “alternativo”, una cosa come lo Stabat, su una scena che non ti permette le possibilità che ti offre un teatro dell’opera o la sacralità di una chiesa…. e poi lavorare con interpreti di cui non sapevo la disponibilità, la possibilità di poter chiedere a cantanti d’opera situazioni e posture non proprio tipiche…. volevo creare un’atmosfera “calda” in un luogo “freddo”…..(spero di esserci riuscito…)

 

Di ogni cosa che si scrive, si compone, etc., si serba un ricordo: quale sarà il tuo per Stabat Mater?

Beh, forseè ancora presto per poterlo dire…..ma sicuramente l’atmosfera che si respirava nelle 4 settimane di prove e nella preparazione della messa in scena di Stabat rimarrà un ricordo importante.

 

 

 

Elisa Cutullè

 

 

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