LA BOHEME A TORRE DEL LAGO (LU) – 60° FESTIVAL PUCCINI

Mimi Daniela Dessì- Rodolfo Fabio Armiliato- La Bohème FEstival PUccini 2014

Da Butterfly a Bohéme, anzi ad una bellissima Bohéme in un allestimento mozzafiato che porta la firma di Luciano Ricceri. Una suggestione quasi cinematografica per quella Parigi verosimile e magica al contempo riempita di emozioni e di voci, perfettamente illuminata dalle sapienti mani di Valerio Alfieri. Un’altra grande firma, oltre ovviamente quella dei costumi realizzati in modo eccellente da Cristina da Rold, è quella della regia affidata ad Ettore Scola che, nel corso della conferenza stampa ha, con grande umiltà ma anche con grande professionismo, ribadito che la sua voleva essere unicamente la Boheme di Puccini.

Cosa dire? Una bellissima produzione che neppure una pioggia battente tra il primo e il secondo atto (“lassù” non hanno voluto turbare l’emozione del finale del primo atto in quell’andare alla festa della novella coppia Rodolfo-Mimì) che ha tenuto il pubblico parcheggiato nel foyer in attesa delle sentenze del meteo costantemente monitorato dall’organizzazione del Festival (peraltro, un ulteriore meritato plauso all’organizzazione, quest’anno non solo efficiente ma positivamente cordiale e disponibile), ha saputo scalfire. Un pubblico che non ha tradito le aspettative degli organizzatori riempiendo il teatro e attendendo, senza defezioni, l’inizio del secondo atto e il proseguimento dell’opera che quando la pioggia sembrava non dar cenno di interrompersi.

Grande anche Valerio Galli che, come un buon vino, migliora con gli anni dimostrando non solo padronanza dell’orchestra ma profonda sensibilità ed immenso rispetto per il compositore lucchese, La sua lettura di questa Boheme è stata una costante ricerca del dettaglio, valorizzando ogni passaggio ed ogni nota, non dando mai nulla per scontato per quest’opera che è, in valore assoluto, la più rappresentata nel mondo. Un lavoro di cesello che non ha perduto di vista l’effetto d’assieme dando quella indispensabile “coralità” a tutta la drammaturgia che è storia di un gruppo di ragazzi spensierati costretti, come ognuno di noi, a fare i conti con il dover diventare adulti conoscendo il dolore e la morte.

Un eccellente cast che ha visto spiccare un ottimo Alessandro Luongo nel ruolo di Marcello, ma anche una davvero brava Alida Berti che ha riscattato la figura di Musetta sottraendola dall’ingiusto e banale ruolo di “oca giuliva”. Molto bravi anche Federico Longhi, Schaunard, Marco Spotti, Colline, e Angelo Nardinocchi nel duplice ruolo di Benoit e Alcindoro. Quanto alla coppia Armiliato-Dessì, Rodolfo e Mimì, c’è da dire che per Fabio Armiliato il ruolo di Rodolfo è stato tutto in salita: si notava la tensione e lo sforzo di interpretare quel ruolo forse non perfettamente suo e la voce non è stata bella e distesa come conosciamo. Con qualche difficoltà anche Daniela Dessì che abbiamo apprezzato di più altre occasioni. Come abbiamo detto per i due protagonisti di Butterfly, anche per loro ci sarà modo di apprezzarli di più nelle prossime repliche: il festival è appena partito e ci sono occasioni sia per chi ha già cantato sia per quegli interpreti che si esibiranno successivamente.

In entrambe le opere non è mai mancato il sostegno del pubblico che ha largamente applaudito i due cast riservando a quello di Boheme una serie di chiamate supplementari che hanno coinvolto tutti senza distinzione di ruoli.

Prossima prima, l’interessante Trittico legato al progetto Puccini 2.0 dove le voci saranno quelle degli allievi dell’Acacdemia di Alto Perfezionamento per voci liriche pucciniane.

 

Stefano Mecenate

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