Chiarelettere, Collana Reverse, pp. 272, euro 13,60
“La morte è un dovere biologico ed è necessaria per il processo evolutivo della specie. Dobbiamo lasciare spazio e risorse per le nuove generazioni…
La sofferenza, invece, non serve a nulla.”
Umberto Veronesi
SCHEDA
Invecchiare è disdicevole, morire inaccettabile. La morte è diventata un pensiero da respingere, la medicina ha il dovere di annientarla. Come un nemico, quello più tremendo. Il senso di sconfitta verso la fine diventa allora insopportabile.
Il libro di Marina Sozzi aiuta a toglierci questo peso, a rendere più leggera la vita, ripensando e accettando la morte come un evento naturale, che ci appartiene. Abbiamo “diritto” a morire bene e come vogliamo, ad alleviare il dolore fisico nostro e degli altri, contrastando la paura del distacco, accettando di essere fragili senza soffrirne. Anzi, con la consapevolezza che la ricetta principale della felicità risiede proprio nell’accettazione della fine, che rende unico ogni singolo attimo.
Marina Sozzi, filosofa, ha diretto la Fondazione Fabretti, dedicata allo studio della morte, e insegnato Tanatologia storica all’Università degli Studi di Torino. Cura per ilfattoquotidiano.it un blog sul tema del Terzo settore e tiene un altro blog dal titolo “Si può dire morte” http://www.sipuodiremorte.it/
Il suo libro più recente: REINVENTARE LA MORTE. INTRODUZIONE ALLA TANATOLOGIA (Laterza 2009).