PISA – STAGIONE LIRICA 2012/13 – UNA SUGGESTIVA TRAVIATA CONQUISTA IL PUBBLICO DEL TEATRO VERDI

 

L’atmosfera più raccolta di un teatro al chiuso si addice a La Traviata che si ripropone, dopo la trasferta estiva al Gran Teatro di Torre del Lago in occasione del 58° Festival Pucciniano, al teatro Verdi di Pisa.

Secondo “tutto esaurito” e secondo meritato successo per Marcello Lippi, direttore artistico per la lirica del teatro pisano e per quanti, con lui, hanno scommesso in un cambio di marcia dell’attività operistica con una stagione lunga, ricca e articolata.

Come era stato per Turandot, anche questa Traviata ha trovato unanime consenso di pubblico e critica che hanno apprezzato un effetto d’assieme convincente e gradevole. Un’ottima figura, entro un palco più raccolto di quello torrelaghese, ha fatto la scenografia di  Poppi Ranchetti, essenziale e “quasi” perfetta a dimostrazione che anche pochi elementi, se realizzati con gusto, possono egregiamente ambientare la storia regalando il piacere di viverla nella sua giusta dimensione. Ad aiutarla sono state certamente le luci affidate alle mani esperte di Valerio Alfieri, light designer con all’attivo moltissime opere liriche nei principali teatri italiani e insegnante di illuminotecnica all’ Accademia di Belle Arti di Venezia.

 

La regia sobria ma incisiva di Paolo Trevisi, attento lettore non solo del libretto di Francesco Maria Piave ma anche del libro e del dramma La Dame aux camelia di A. Dumas figlio (fortemente autobiografico perché ispirato alla relazione che lo stesso Dumas aveva avuto con Marie Duplessis), ha regalato molti momenti di intensa emozione anche se talvolta è sembrata un po’ statica a danno dei personaggi che si sono trovati in difficoltà sulla scena.

Sempre ottima l’Orchestra della Toscana che, sotto la bacchetta del M° Bruno Aprea, ha suonato con perizia e passione una delle partiture più famose al mondo.

Una lettura, quella del direttore partenopeo, rigorosa ma non pedissequa, nella quale il suo vissuto operistico e la lunga sperimentazione tra Europa, Asia e America (per otto anni negli Stati Uniti ha svolto l’attività di Artistic Director e Principal Conductor della Palm Beach Opera), acclamato e instancabile esecutore di autori classici, si trasformano in scelte di direzione nelle quali la musica si fa veicolo di un gioco introspettivo che porta ogni strumento a cercare risonanza a quegli stimoli che, pur codificati nella partitura, possono esprimersi con  sfumature diverse in base alla lettura che ne viene fatta.

Veniamo al cast. Stefano La Colla, Alfredo Germont, bravo, davvero bravo, con una voce che sa far venire i brividi, ma cade troppo frequentemente in errori che, alla lunga, rischiano di compromettere il suo futuro penalizzando quelle potenzialità che ne potrebbero fare davvero un “numero uno” della lirica nazionale e internazionale.

 

Decisamente più interessante, anche se sul finale dell’opera ha mostrato un po’ di stanchezza, la soprano siberiana Irina Dubrovskaja, Violetta Valéry: voce che sa incantare e interpretazione da vera attrice per dar vita ad un personaggio così complesso e interpretato dalle più grandi soprano della storia da mettere certamente imbarazzo quando lo si deve affrontare cercandone una cifra personale. A sei anni dal suo debutto nel ruolo alla Filarmonic Hall di Mosca e a quattro da quello italiano al Ravenna Festival, oggi Irina è in grado di esprimere al meglio le passioni e le sofferenze di questa giovane costretta a rinunciare all’amore della sua vita, e in qualche modo alla sua vita stessa, per le squallide regole di una società ipocrita.

Confermando la grande prova al 58° Festival Pucciniano, il baritono Stefano Antonucci si è dimostrato un grande Giorgio Germont: sobrio e appassionato, ottima voce e altrettanto ottima interpretazione scenica, fa del suo Giorgio Germont un personaggio di grande spessore e di ottima presenza.

Complessivamente interessanti le altre voci del cast, frutto della collaborazione con Maggio Fiorentino Formazione/Progetto Opera Futura che vede un proficuo connubio fra artisti di grande esperienza e giovani interpreti selezionati dal corso di “Perfezionamento stilistico nei ruoli vocali dell’opera lirica”, inserito nell’ambito del progetto “Opera Futura” finanziato dalla Regione Toscana attraverso i Fondi Sociali Europei, progetto che ha come capofila Maggio Formazione.

Le ricordiamo augurando loro che questo calcare un importante palcoscenico sia solo l’inizio di una carriera alla quale dedicare lavoro e dedizione costante: Sandra Buongrazio (Flora), Lara Rotili e Carla Madrid Sanabria (in alternanza nel ruolo di Annina), Angelo Fiore (Gastone), Italo Proferisce e Salvatore Grigoli (in alternanza sia nel ruolo del barone Douphol che in quello del Marchese d’Obigny), Juan José Navarro e Gabriele Bolletta (in alternanza sia nel ruolo del dottor Grenvil che in quelli del domestico e del commissario), Eduardo Hurtado (Giuseppe).

Suggestivi e pertinenti i costumi, opera della Fondazione Cerratelli che conferma, anche con questo allestimento, una grande attenzione ai particolari e alla ricerca di quelle suggestioni cromatiche fatte di dettagli e di tradizione supportate da una coraggiosa originalità.

Più apprezzabile, rispetto a Torre del Lago, la prova dei danzatori della Imperfect Dancers Company su coreografie di Walter Matteini. Movimenti scenici contenuti ma efficaci capaci di creare le atmosfere giuste per accompagnare i momenti di svago e di letizia di quella corte di nobili e borghesi in quella Parigi distratta e indifferente ai drammi di alcuni suoi abitanti.

Dopo Pisa, La Traviata sarà al Giglio di Lucca (sabato 24 novembre 2012 ore 20.30) e al Goldoni di Livorno (mercoledì 12 e giovedì 13 dicembre 2012 alle ore 20.30) che,  insieme al Festival Puccini e con la collaborazione di Maggio Fiorentino Formazione/Progetto Opera Futura, hanno dato vita a questa produzione che vede l teatro di Pisa capofila.

 

Stefano Mecenate

(Photocredit: Massimo D’Amato, Firenze)

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *