“Liaisons dangereuses” – Cecilia Bartoli

 

Martedì 20 novembre u.s., alle ore 20, la Philharmonie di Lussemburgo ha ospitato Cecilia Bartoli, mezzosoprano romana, accompagnata dai musicisti della Kammerorchester Basel.
Lo spettacolo, iniziato quasi perfettamente in orario, si è svolto in due tempi, durante i quali gli artisti hanno condiviso con la sala gremita (gli oltre 1.300 posti disponibili nel Grand Auditorium erano tutti occupati) alcune arie d’opera del compositore italiano Agostino Steffani, vissuto a cavallo fra il XVII e XVIII secolo.

La prima parte del concerto, durata circa cinquanta minuti, è iniziata elegantemente con l’Ouverture dell’opera “Henrico Leone”(1689), realizzata dai 21 musicisti della Kammerorchester Basel, diretti dal violino solista di Julia Schröder.
Al termine del brano, Cecilia Bartoli è apparsa sul palco, raggiante, suonando un tamburello a mezzaluna. Si sono susseguite altre arie, sempre di Steffani, fino alla conclusione della prima parte.

C’è stato quindi un intervallo di circa venticinque minuti, durante il quale il pubblico ha potuto trovare ristoro presso la buvette della sala da concerto, mentre alcuni musicisti riaccordavano i loro strumenti.

Dopo alcuni colpi di gong per richiamare il pubblico in sala, la seconda parte ha avuto inizio con l’esecuzione dell’Ouverture di un’altra opera di Steffani, il “Marco Aurelio” (1681), al termine della quale la mezzosoprano ha raggiunto i musicisti e li ha accompagnati con la sua voce intensa – a tratti delicata, a tratti profonda – per un’altra ora, durante la quale sono state eseguite alla perfezione diverse opere del compositore italiano.

Al termine del concerto, il pubblico è esploso in un fragoroso applauso e, alzandosi in piedi, ha manifestato agli artisti la proprio ammirazione. Questi ultimi hanno ricompensato il calore degli spettatori con tre bis, di cui due brani di George Frideric Händel , compositore nato in Germania nel 1685.

Per tutta la durata del programma, Cecilia Bartoli ha saputo catturare l’attenzione del pubblico con il suo straordinario talento, la sua energia e la sua simpatia, prestandosi anche a una “sfida” lanciata dal trombettista – al termine della prima parte, nel brano “A facile vittoria” tratto dall’opera di Steffani “Tassilone” (1709) – durante la quale lui suonava dei gruppi diversi di note che l’artista italiana riproduceva a voce, visibilmente divertita.

 

Cristiana Maria Serena Malgarini

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