Cantante, attore e produttore. Abbiamo incontrato per voi Fabrizio Barile che nel Musical SnoWhite ha interpretato la parte del cacciatore che si innamora di Biancaneve e la salva dalle grinfie della regina.
Chi è Fabrizio?
Un ragazzino di origine italiane, con il papà musicista e la mamma cantante, che a 6 anni è stato travolto dal mondo della musica.
Probabilmente anche per “colpa” dei miei genitori. Papà veniva da Barletta mentre mia madre è ungherese.
A 11 anni avevo già il mio gruppo musicale a scuola. Suonavano il Rock ‘n Roll e da lì ho fatto tutto quello che si poteva fare da ragazzo serate musicali, piccoli concerti. Piano piano questo ci ha fatto arrivare negli studi e a conoscere le persone del panorama musicale degli anni 80. Dato che il nostro gruppo era internazionale, c’erano anche portoghesi e spagnoli, cantavamo spesso in inglese e qualche volta anche canzoni italiane.
Quali erano le canzoni italiane?
Non potevano non essere le canzoni che, in genere, non mancano a nessuna festa: “Siamo i Vatussi” e “Tintarella di Luna” per esempio.
E i tuoi rapporti con l’Italia come sono?
Anche se mio padre viene da Barletta, io ho vissuto da piccolo qualche anno a Monfalcone e Gorizia. Fortunatamente ho ancora i rapporti con gli amici. Forse, direi, mi manca il fatto di non essermi ancora esibito, finora, su un palco italiano, ma non ne risento perché non mi sento fluido in italiano a tal punto da recitare in italiano. Non mi sento ancora a mio agio.
Quindi più a tuo agio in Germania?
Visto che la maggior parte della vita l’ho vissuta in Germania sono molto legato alla Germania. Ora vivo ad Amburgo e devo dire che ci voglio anche rimanere anche perché lì conosco un mare di italiani: è la mia piccola isola italiana. Amburgo per me è una citta fantastica in cui vivere: pullula di cultura. Musical, teatri, concerti: si respira cultura ad ogni angolo. È, in un certo senso, il luogo perfetto in cui vivere per un artista.
Come sei arrivato nel cast di SnoWhite?
L’anno scorso ero già venuto a Neunkirchen per lo spettacolo Wasserphantasie in cui ho interpretato la parte di Barbanera. Quando avevo fatto l’audizione la chimica era perfetta: ho notato che con il regista eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. Una persona molto autorevole ma allo stesso molto aperta. Da lì è nata una bella amicizia professionale. Più o meno nello stesso periodo lui si occupava anche della regia di SnoWhite a Bonn. Quindi ho avuto la possibilità di interpretare il cacciatore a Neunkirchen.
Il ruolo del cacciatore: cosa si puoi svelare?
È un ruolo molto bello che fa venir fuori le mia capacità di attore. Ho studiato recitazione con un’insegnante molto apprezzata con ottime capacità. Quello che mi affascina di più del personaggio è la sua sfaccettatura. Prima di tutto è un assassino, ingaggiato dalle streghe per uccidere SnoWhite anche se, in realtà, sanno che lui non lo farà mai. In effetti il cacciatore si innamora di SnoWhite non appena le guarda negli occhi. Lo scopo vero dell’ingaggio delle streghe è di liberarsi della regina superstar che rompe le scatole con i suoi continui interrogativi allo specchio. La sfida del ruolo sta nel fatto di dover interpretare un personaggio che crede di vivere in un sogno e che si rende conto di trovarsi nella realtà solo nel momento in cui viene marchiato a fuoco dalla regina. Ritengo che, per un attore, questo ruolo permetta di vivere diverse emozioni. Sono talmente affezionato a questo ruolo che non lo cambierei per nessun altro ruolo dello stesso spettacolo. Forse questo è dovuto anche al fatto che in questo gruppo di attori e ballerini tutti si rispettano e c’è una bella atmosfera. Tutto è perfetto così come è.
In questo musical reciti e canti. Ma sei anche produttore musicale. Quale aspetto ti rappresenta maggiormente?
Non saprei cosa dire. Mi piace, per esempio, reinventare le storie musicali, prendendo componenti del cast originale di un musical e riscrivere musicalmente la storia portando la mia interpretazione in scena. Ma anche cantare e recitare è parte di me. Sono tutti aspetti della mia personalità. L’unica cosa che mi sento di dire è che mi sento, in ogni caso, collegato al 100% alla musica. Senza musica non penso che riuscirei a dare il meglio di me stesso.
Elisa Cutullè