Misantropo, mitomane, dipendente da alcol e sigarette, Busken si ritrova di colpo «cliente» di Villa Madeleine, ovvero intrappolato in una casa di cura dove ogni cosa viene rinominata secondo le mode del politicamente corretto, costretto a vivere con «vecchi rincitrulliti» e «carcerieri» che lo trattano come un bambino. Lui che a suo dire è un esimio latinista, neurochirurgo, ingegnere robotico, sommo poeta che redige i suoi trattati in un codice segreto su vecchi rotoli di carta da fax, quando i medici lo ritengono un semplice ex impiegato affetto da demenza. In un estremo atto di protesta Busken si è chiuso in un silenzio impenetrabile, fingendosi incapace di intendere e di volere, mentre dentro di lui le parole ribollono e scorrono a fiumi.
Jeroen Brouwers (1940-2022) è uno dei grandi maestri della letteratura olandese. Ha trascorso l’infanzia in Indonesia e dopo l’invasione giapponese è stato internato nel campo di Tjideng, per poi stabilirsi nei Paesi Bassi. Autore di numerosi romanzi, racconti e saggi, ha ottenuto i più importanti riconoscimenti letterari del suo paese, tra cui il Premio AKO, il Premio Multatuli e il Premio della letteratura nederlandese per la sua intera opera. Il cliente Busken, considerato il suo testamento letterario, ha ricevuto nel 2021 l’ambito Premio Libris.
TRADUZIONE DI: Claudia Di Palermo, Francesco Panzeri
PP. 256
NAZIONE: Olanda
COLLANA: Gli Iperborei
NUMERO DI COLLANA: 379
ISBN: 9788870916799
PREZZO DI COPERTINA: € 18,00
IN COPERTINA: Boxhead 1,2,3 © Bill Bragg
Cofinanziato dall’Unione europea