Alberto Pellai, Edgar Morin, Riccardo Mazzeo, Marco Montanari
Parlare di ISIS ai bambini
a cura di Dario Ianes
pp. 150 a colori | € 14,50 Erickson
Quali parole può usare un genitore per spiegare a un figlio il fanatismo religioso, gli attentati terroristici, e riuscire a farlo sentire protetto e al sicuro? Come può un insegnante discutere coi propri alunni di Islam, Corano, califfato, senza semplificazioni né pregiudizi? L’educazione può essere un antidoto alla violenza?
Parlare e discutere di ciò che muove queste violenze non è semplice. Spesso genitori e insegnanti non sanno bene quali siano le cause di quello che accade, non sanno come documentarsi e non vogliono apparire ignoranti. E così, tendono a evitare di parlare di ISIS e terrorismo. Non sanno come farlo e rischiano di banalizzare le ansie, le paure e le domande di figli e alunni, per esempio affermando che sono cose lontane, che non arriveranno mai qui.
«Parlare di ISIS ai bambini» (Erickson, 2016) – scritto da Alberto Pellai, Edgar Morin, Marco Montanari e Riccardo Mazzeo – informa, orienta e fa riflettere: perché la conoscenza è l’unica possibilità che abbiamo di creare nei nostri ragazzi anticorpi all’intolleranza.
Da alcuni anni il terrorismo di matrice islamica è entrato nella vita di noi tutti, come un dato di cui tenere conto nella quotidianità di chi non avrebbe mai pensato di avervi a che fare. Le notizie che in tempo reale si sono succedute negli anni relative ad attentati, minacce, ultimatum, esecuzioni di ostaggi riprese con videocamera e poi diffuse sui media internazionali sono all’ordine del giorno e hanno indotto in ciascuno di noi la percezione di un pericolo reale legato a variabili non facilmente controllabili.
Come afferma Alberto Pellai, grazie alla globalizzazione e alla digitalizzazione, «basta stare seduti sul divano di casa o di fronte allo schermo del proprio tablet per vivere gli eventi che accadono dall’altra parte del mondo, in contemporanea con i diretti protagonisti. I nostri figli/alunni sono bombardati da un’iperstimolazione di dati, immagini, eventi. Spesso le immagini, i suoni, le parole che escono dagli schermi usati dai genitori rappresentano una sorta di sottofondo audiovisivo, un rumore d’ambiente nel quale portano avanti il palinsesto della loro esistenza. Ma le cose cambiano drasticamente quando le notizie che arrivano nel cuore della casa hanno a che fare con lo stragismo terroristico, con i grandi cataclismi, con quelle tragedie che accadono all’improvviso e coinvolgono nello stesso momento la vita e il destino di moltissime persone».
«Parlare di ISIS ai bambini» fornisce a insegnanti e genitori il lessico, gli strumenti e le nozioni con cui spiegare a bambini e ragazzi cosa è il terrorismo islamico, come e perché nasce, illustrando le modalità più efficaci per parlare di violenza e di stragi, per spiegare la guerra, per gestire la paura, cercando di entrare in empatia con le emozioni dei più giovani, per aiutarne la regolazione e la corretta espressione.
In particolare, il libro affronta il tema sotto gli aspetti:
- emotivo, attraverso le indicazioni e i suggerimenti di Alberto Pellai, che riflette sulle modalità e sulle parole da utilizzare per parlare di terrorismo e stragi con chi è nato dopo l’11 settembre 2001;
- teorico-filosofico, grazie ai contributi di Edgar Morin e Riccardo Mazzeo, che affrontano la questione del dialogo e della convivenza;
- storico-culturale, con l’intervento di Marco Montanari, che presenta la storia del terrorismo e le condizioni dei Paesi arabi, basandosi su fonti obiettive e documentate.