È una tradizione il concerto di Capodanno e, nella maggior parte delle città di lingua tedesca. Un must che, a dire, il vero non pesa, anche perché iniziare un anno in musica non pesa mai.
Il Saarländisches Staatsorchester ha presentato un concerto dal tema “Vive la France” con in programma opere di Jacques Offenbach, Camille Saint- Saens, Jules Massente, Francis Poulenc, Paul Dukas, Hector Berlioz, Charles Gounod, Josef Strauß e Johann Strauß.
Dopo aver iniziato con la Ouvertur e della Gaitè Parisienne di Offenbach, il dirigente, Christopher Ward, visibilmente senza fiato a causa, della veemenza, del pezzo, ha dato il benvenuto agli ospiti, sottolineando, come il concerto voglia essere anche un omaggio particolare alla musica della Francia e in Francia, con particolare riferimento agli eventi terroristici dello scorso 13 novembre.
Con l’aiuto di una citazione di Hermann Hesse in merito a Parigi, Ward ha continuato con la direzione di Offenbach per poi annunciare un piccolo passaggio nell’amore, altro aspetto spesso collegato alla città parigini. Ad aiutare l’orchestra, in scena Judith Braun per l’interpretazione dell’aria della Dalila dall’opera Samson e Dalila di Saint-Saens. Per calmare gli animi infuocati, Ward ha presentato poi al pubblico, con Wolfgang Mertes come violinista solista, la Meditation dal Thais di Massenet. Per evitare, tuttavia che il pubblico si rilassasse troppo, ecco l’interpretazione della Suite per orchestra da Le Biche, composta per un balletto russo e troppo spesso, negletta: ispirazione anni Venti, storia di 20 ragazze e 3 giovani aitanti…
Animi a ribollire, per cui pausa d’obbligo e la ripresa, senza introduzione alcuna dell’apprendista mago di Paul Dukas. Sinceramente il pezzo, entrato ormai nella conoscenza musicale quotidiana, grazie anche all’inserimento della colonna sonora di Fantasia di Walt Disney, è sicuramente una composizione che non necessita di presentazione alcuna. Forse però, e proprio a causa di questa associazione con Walt Disney, l’interpretazione dal vivo appesantisce un po’ la struttura dell’opera. Introduzione subconscia al tema faustiano, ripreso nelle composizioni di Gounod e Berlioz? Ad ogni modo il tutto è stato alleggerito da due Walzer di Joseph e Johann Strauss. Del resto, che concerto di Capodanno sarebbe senza Strauss? Anche la Filarmonica di Vienna, indipendentemente dal programma dello spettacolo in scena, non manca mai di offrire, al massimo nel bis, un walzer a conclusione.
La conclusione della serata di Saarbrücken però si rifà alla Francia, ripresentando, tra l’altro, un estratto dalla Carmen di Bizet, sicuramente una delle opere francesi più conosciute al mondo.
La musica è passione, sogno, rispetto e coinvolgimento: questo il messaggio che arrivava dal palco al pubblico e viceversa. Niente formalismi, qualche battuta qua e là, ma scena aperta per la musica e per la riscoperta di alcune opere non troppo conosciute.
Il concerto verrà replicato domenica 3 gennaio. Il ricavato della replica sarà devoluto in beneficenza per due organizzazioni che si occupano dei bambini: Il Deutscher Kinderschutzbund e l’Ambulantes Kinderhospiz Saar.
Elisa Cutullè