Secondo Proust il vero viaggio consiste nel guardare la realtà con nuovi occhi.
E forse non c’è massima più adatta a condensare il senso dell’evento svoltosi ieri mattina a Milano presso lo spazio “Ecco Pizza&Pasta” ad Expo 2015 durante il quale si è presentato il volume “Partenope. Another way to see Naples” edito da Rubbettino in collaborazione con l’associazione “Città di Partenope”.
Il volume è frutto del lavoro pluriennale dell’Associazione che ha tra gli scopi principali quello non solo di diffondere un’immagine positiva della città di Napoli ma anche quello di diffondere un maggiore senso civico perché quell’immagine non sia distrutta dalle continue brutte notizie che negli ultimi anni hanno avuto spazio sui media
All’evento hanno partecipato Claudio Agrelli, fondatore di “Città di Partenope”, Alberto Gangemi, semiologo ed esperto di new media, Francesco Cappelli, assessore all’Educazione e all’Istruzione della giunta Pisapia, lo scrittore Carlo Dini e il presidente dell’Associazione “Terre dei Navigli”, Tommaso Reverdini.
Quella che con questo volume e con il progetto di cui il volume dà conto non è, come si potrebbe semplicisticamente pensare, un’operazione di mero maquillage. Non si vogliono costruire immagini stereotipate che sostituiscano gli stereotipi negativi. Tutt’altro.
“Alla base c’è – come ha opportunamente osservato Alberto Gangemi nel corso del suo intervento – il tentativo di passare da una logica dello stereotipo e del luogo comune napoletano a una logica dell’esempio partenopeo. Dove lo stereotipo generalizza, semplifica e spersonalizza i fenomeni, l’esempio spiega, racconta, mostra le relazioni.
Assumere lo stereotipo e usarlo, anche per i napoletani, è facile: ti pone in una posizione di superiorità morale, ti deresponsabilizza. Lo stereotipo dice sempre “gli altri” o “tutti”.
Con gli esempi, invece, bisogna farci i conti. E così fanno le storie delle persone presenti nel volume: cifre, nomi, facce. E così fanno le immagini”
E di immagini nel volume ce ne sono tante. Frutto di un concorso fotografico promosso tra giovani artisti napoletani che hanno voluto raccontare il meglio della loro città quella della riqualificazione urbanistica e dei grandiosi palazzi storici e monumentali, quella della natura rigogliosa e ben curata di molti parchi pubblici e privati e soprattutto la Napoli fatta di tante persone, comuni cittadini ma anche personaggi dei quali l’intera città deve andare fiera. Anche di loro parla questo libro. C’è l’oncologo Antonio Giordano “lo specialista in miracoli” che ha identificato un gene oncosoppressore; il pugile Patrizio Oliva; l’imprenditore Paolo Scudieri patron di Adler Plastic, azienda con filiali in tutto il mondo e ancora Armando Brunini, i Fratelli Bernardo (Piazza Italia) e molti altri.
Storie, immagini, volti, buone pratiche e senso civico. Il tutto concorre a restituire e a costruire un’immagine di città nuova che ripensa in modo positivo, senza disperderla, la propria identità.
Un libro insomma che ha l’ambizione, come ribadito da Claudio Agrelli nel corso della conferenza, di “trasmettere in Italia e nel mondo immagini positive di Napoli, attraverso gli occhi dei partenopei. La natura, l’urbanistica, le storie di quella cittadinanza che non si riconosce nei luoghi comuni e che anzi qualifica e riqualifica ogni giorno la propria immagine”.
Un’operazione preziosa che secondo, l’assessore Cappelli, è replicabile e applicabile anche ad altre realtà come Milano dove, lontani dai quartieri della moda e della “Milano da bere” ci sono realtà periferiche che hanno bisogno di essere ri-narrate e ricostruite anche sul piano simbolico e culturale.