“Nella Terra di Puccini, nei suoi luoghi e nel suo Festival abbiamo fatto la scelta di tornare ad essere
quello che siamo sempre stati: luogo di Arte e Musica; fabbrica di bellezza e di emozioni; teatro vivo,
vitale e aperto: perché di bellezza non si fa indigestione e perché il pubblico è la ragione di vita dello
spettacolo e non il consumatore finale di un servizio.
Abbiamo scelto di finalizzare l’Accademia di alto perfezionamento all’allestimento di un’Opera, perché la professione di questi giovani sarà far vivere l’arte di Puccini, e dei nostri grandi compositori, per la gioia e la felicità del pubblico di tutto il mondo e non essere solo competenti tecnici del canto.
Abbiamo aperto il Teatro alla città, ai cittadini, alle associazioni e a chiunque avesse bisogno di uno spazio per fare cultura, perché il nostro Teatro come ogni luogo di cultura, è un patrimonio e una risorsa pubblica al servizio della società; è un luogo dove possiamo ritrovare energia e fiducia nelle
nostre capacità, grazie alla forza delle opere dei nostri grandi artisti che risvegliano quella ricchezza che, come italiani e esseri umani, abbiamo dentro.
Stiamo cercando di mostrare quanto ogni euro investito in cultura porti un doppio profitto: quello Economico per tutte le attività commerciali, non solo locali, a cui si rivolgono sia gli spettatori che i
lavoratori, e quello spirituale e umano per il pubblico che si concretizza in qualità ambientale e sociale
del territorio e di tutto il Paese. La città e il pubblico stanno rispondendo; non si sentono più consumatori, ma protagonisti con noi della nostra storia culturale e artistica, perché il pubblico non consuma un’opera di Puccini, ma la fa vivere dando a chi lavora sul palco energia e uno scopo, che è poi quello di uscire tutti da Teatro ( interprete, tecnico o spettatore) sentendosi più felici e forti di
quando ci siamo entrati”
Ci sembrava importante iniziare questa presentazione della 60^ edizione del Festival Puccini con questa dichiarazione del nuovo Presidente della Fondazione, Adalgisa Mazza, perché, in qualche modo ne costituisce la novità, se non più significativa, certamente più profonda.
“Tornare ad essere quello che siamo sempre stati” abbandonando derive inutili e improduttive, sterili diatribe, rocamboleschi e vuoti progetti; tornare con i piedi per terra per ricostituire l’anima di questo Festival che raccoglie l’ultima richiesta di Puccini: vedere le sue opere rappresentate davanti al suo lago. Facciamo i migliori auguri alla neo presidente perché in quelle parole, se diventeranno fatti concreti, c’è un amore totalizzante per questo festival e una lungimiranza che mancava nella programmazione non solo delle stagioni estive, ma dell’intero anno perché un teatro come quello di Torre del Lago non può vivere per due mesi l’anno e poi cadere in un pietoso letargo.
Ma gli auguri, altrettanto sinceri, vanno ad un’altra figura che si affianca in questa non facile operazione di “rinascita” a quella del Presidente; parlo del nuovo coordinatore artistico, Daniele De Plano, che ha preso le redini del Festival in una fase certamente non facile ma che ha inteso da subito dare un segnale forte del nuovo indirizzo che vorrebbe contribuire a dare alle attività della Fondazione.
“Il cartellone del 60° Festival Puccini con quattro nuovi allestimenti, tra cui uno dei più impegnativi dal punto di vista della produzione, Il Trittico, che mancava a Torre del Lago da 40 anni, è solo un punto di partenza del più ampio progetto per adempiere al meglio alla nostra mission di istituzione culturale vocata alla valorizzazione, nell’interesse del territorio e dell’umanità tutta, dell’immagine e della figura di Giacomo Puccini che rappresenta per la Toscana, per l’Italia, per l’Europa e per il Mondo Intero un grande patrimonio di arte e cultura. All’interno del nuovo progetto pluriennale trovano uno spazio di rilievo le attività per favorire e promuovere i giovani che si avviano alla difficile ed impegnativa carriera di cantanti o professionisti dello spettacolo, ai quali vogliamo offrire una concreta opportunità di esperienza professionale”.
Identico lo spirito con cui De Plano pronuncia queste parole: c’è aria nuova al Pucciniano, un’aria che potrebbe davvero trasformare questi luoghi in una “piccola Salisburgo” dove la musica si fa cultura, arte, turismo e dove l’esperienza dei professionisti dello spettacolo incontra l’entusiasmo e la voglia di crescere dei giovani.
Ma veniamo al cartellone di quest’anno che presenta ben quattro nuovi allestimenti: a inaugurare questa sessantesima edizione (edizione speciale perché in quest’anno si ricordano i 90 anni dalla scomparsa del M°Puccini e i 110 anni dalla prima di Butterfly), venerdì 25 agosto, proprio Madama Butterfly. Renzo Giacchieri firma scene, costumi e regia dello spettacolo, mentre sul podio il grande direttore Daniel Oren, raffinato interprete dello stile “pucciniano” che cederà la sua bacchetta a Francesco Ivan Ciampa per l’ultima recita. Si alterneranno nel ruolo dell’eroina pucciniana tre straordinarie interpreti di questo personaggio: Micaela Carosi, Amarilli Nizza e Silvana Froli. Il tenore Rame Lahaj interpreta il ruolo di Pinkerton mentre Sharpless sarà Giovanni Meoni e Suzuki , Renata Lamanda. Il nuovo allestimento di Madama Butterfly è realizzato in coproduzione con ABAO OLBE Asociación Bilbao de Amigos de la Ópera per la messa in scena nel febbraio 2015 presso il Teatro dell’opera di Bilbao.
Dopo Butterfly, sabato 26 luglio, sarà la volta di una grande Boheme, formata per la regia da Ettore Scola che celebra, con la 60.a edizione del Festival Puccini i suoi 50 anni di gloriosa carriera. Una firma quella di Ettore Scola per una lettura nuova e diversa del capolavoro pucciniano.
Con Ettore Scola, le scene dell’ amico e collaboratore di sempre Luciano Ricceri e i costumi di Cristina Da Rold. Sul podio la “bacchetta Pucciniana” Valerio Galli apprezzato e raffinato interprete dei capolavori pucciniani, nato nella Terra di Puccini e che a Torre del Lago ha visto il suo importante debutto come
direttore prima di approdare su palcoscenici internazionali.
Per la Bohème un cast d’eccezione e vedrà la voce impareggiabile di Daniela Dessì nei panni di Mimì,
mentre Fabio Armiliato sarà Rodolfo, Alessandro Luongo Marcello, Alida Berti dare voce a Musetta.
Il Trittico Pucciniano, tre atti unici Il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchitorna a partire da domenica 3 agosto ad essere rappresentato integralmente a Torre del Lago dopo 40 anni, l’ultima rappresentazione è infatti del 1974, la Stagione che Torre del Lago allestì per l’anniversario dei 50 anni dalla morte del Maestro.
Alla messa in scena de Il Trittico Pucciniano la Fondazione Festival Pucciniano, da sempre attenta a favorire le carriere di giovani artisti che hanno la possibilità di prepararsi e farsi conoscere nel contesto di un Festival che richiama pubblico da tutto il mondo, ha inteso dedicare speciali attività di formazione e perfezionamento. Un’attenzione verso i giovani che la Fondazione ha voluto sintetizzare nel Progetto Puccini 2.0 scegliendo di affidare regia, scene e costumi di Il Trittico con una selezione pubblica. Ad aggiudicarsi il Bando per l’ideazione dell’opera è stata la proposta di un gruppo di donne guidato dal Monica Bernardi che ha firmato le scene, con lei Carla Conti Guglia assistente alla scenografia e ai costumi, Selene Farinelli per il progetto di regia di Il Tabarro, Vittoria Lai e Giorgia Guerra per la regia di Suor Angelica, Elena Marcelli per la regia di Gianni Schicchi e Lorena Marin per i costumi.
Sempre alla produzione di Il Trittico è stata finalizzata nel 2014 l’Accademia di Alto Perfezionamento che ha selezionato 27 giovani per seguire i corsi e le master class della Scuola Pucciniana. Giovani poi selezionati per essere protagonisti dei tre atti unici oltre che di altri ruoli del cartellone 2014.
Nelle 4 rappresentazioni di il Trittico si alterneranno sul palcoscenico, i giovani cantanti dell’Accademia a fianco di grandi artisti Amarilli Nizza nei tre ruoli femminili, Alberto Mastromarino nel ruolo di Michele e il grande Rolando Panerai nei panni di Gianni Schicchi. Sul podio a dirigere i tre titoli il maestro Bruno Nicoli.
Il 9 Agosto toccherà quindi alla Turandot in un nuovo allestimento per la 60ma edizione del Festival, regia, scene e costumi sono affidati ad un eclettico artista, cresciuto professionalmente a Torre del Lago, Angelo Bertini, al suo debutto alla regia. Una Turandot dalla quale Angelo Bertini vuole “far emergere la visione avanguardistica e internazionale che Puccini era solito intercettare nel suo percorso creativo; il deciso distacco dal realismo verso una direzione di rigidità metaforica – tipica della favola e del Puppenspiel – che si traduce nell’enfatizzazione del netto e violento dualismo nonché dell’elemento simbolico-rituale che ne regola l’alternanza svelandone il valore archetipico”. La scelta stilistica – continua Bertini- muove attraverso una reinterpretazione delle fonti avanguardistiche del periodo, concentrandosi, in particolare, sull’art dèco (con richiami a influenze dell’art nouveau, al bizantinismo klimtiano e al grafismo di Beardsley) in commistione con il gusto, allora imperante, dell’esotismo. La bacchetta sarà affidata ad un direttore di sicura esperienza, già direttore artistico del Festival Puccini, Marco Balderi. Nel ruolo della principessa di gelo due straordinarie interpreti, la grande Giovanna Casolla e la bravissima Lise Lindstrom, mentre Calaf sarà interpretato da Walter Fraccaro e Lorenzo De Caro. Nel ruolo di Liù il gradito ritorno di un’artista della Terra di Puccini, Serena Farnocchia.
Un’appendice di grandissimo interesse sarà quell’Incontro con l’Orientein programma nel mese di Agosto.
Il Festival di Torre del Lago ospita nel 2014 due interessanti produzioni provenienti dall’estremo Oriente.
Dal Giapponel’opera Junior Butterfly (13 agosto) di Shigeaki Saegusa, compositore e artista di punta del mondo culturale giapponese.
Un’opera con cui Saegusa propone di osservare il secondo conflitto mondiale con lo spirito e gli strumenti del 21° secolo. L’opera, già rappresentata in prima assoluta per tutto il mondo a Torre del Lago nel 2006, torna quest’anno con il libretto tradotto in italiano. Il libretto è di Masahiko Shimada, scrittore giapponese tra i più stimati della nuova generazione che firma anche la regia. L’opera è il sequel di Madama Butterfly e racconta la storia di suo figlio, Dolore, americano a tutti gli effetti, che viene mandato dal suo governo in Giappone con un incarico di informazione bellica. A Kobe si innamora di una giovane donna giapponese di nome Naomi. Il Progetto ambizioso e riuscitissimo, vede in scena artisti italiani e artisti giapponesi e ha visto la luce grazie alla forte volontà del Governo giapponese, dell’Istituto di Cultura Giapponese in Italia e del Festival Puccini. Unica rappresentazione 13 agosto. Sul podio a dirigere l’Orchestra del Festival Puccini l’apprezzata bacchetta di Naoto Otomo, mentre troviamo nel ruolo del titolo il giovane tenore Angelo Fiore e in quello di Naomi Shinobu Sato. Completano il cast Suzuki Mayuko Sakurai , la Suora Valentina Boi, Vincenzo Serra , Federico Longhi, Vejo Torcigliani , Pedro Carrillo. Il coro Giapponese di Roppongi è formato da liberi professionisti ed esponenti del mondo politico giapponese appassionati d’opera.
Il 28 agosto, con il patrocinio del Governo Coreano e del Ministero della Cultura, Gran Gala dell’opera Coreana, omaggio alla Corea del Sud nell’anniversario dei 130 anni di rapporti diplomatici tra l’Italia e la Corea.
Lo spettacolo nasce dalla collaborazione tra Fondazione Festival Pucciniano e Beseto Opera, organizzazione coreana che ha prodotto nel 2013 Turandot andata in scena con straordinario successo a Seoul nell’ambito di una felice collaborazione tra le due istituzioni. Una serata per celebrare l’anniversario dei 130 anni dell’avvio dei rapporti diplomatici tra Italia e Corea del Sud e vede protagonisti i migliori solisti dei teatri d’opera della Corea del Sud, l’Orchestra del Festival
Puccini, il Coro del Festival Puccini e il Coro dell’Opera Nazionale coreana .
La Beseto Opera Company, una delle piu’ importanti Fondazioni Liriche coreane porta in Italia, per la prima volta, il meglio della produzione operistica e coreografica della tradizione coreana, con oltre 70 artisti. Sostenuta dal governo coreano, questa unica esibizione in Italia permetterà di conoscere ed apprezzare la bellezza ed il gusto per i colori e l’eleganza coreografica coreana, unita alla presenza dei piu’ importanti artisti di quel Paese. Direttore Marco Balderi.
Stefano Mecenate