La mucca viola: farsi notare (e fare fortuna) in un mondo tutto marrone, rivoluzionando il modo di fare marketing.
In viaggio con la famiglia l’autore nota delle mucche che pascolano. La prima volta la famiglia le osserva con curiosità, con divertimento. Dopo una po’ le altre mucche incominciano a diventare parte integrante del panorama e non sembrano nulla di eccezionale. Solo una mucca viola, appunto, riuscirebbe a destare l’attenzione. Un qualcosa di fuori dal normale, di straordinario che ci tolga dall’invisibilità della routine quotidiana.
Non sembra certo una novità che il marketing e le sue metodologie debbano essere straordinarie, allora: cosa è the Purple Cow, la mucca viola? Come funziona? E’ un deus ex machina che fornisce la soluzione pronta?
Gli esperti di marketing categorizzano i principi chiave del proprio mestiere: prodotto, prezzo, promozione, posizionamento, pubblicità, packaging, passaparola, permesso. Sono tutti elementi base del marketing che, utilizzati nelle giuste dosi, riescono ad indurre il consumatore a preferire un dato prodotto. Nonostante le diverse sfaccettature il marketing non è in grado di fornire un’assoluta garanzia di successo: la quota dipende dal dosaggio e dalla combinazione degli elementi suddetti, anche se diventano sempre più esigue. Ecco il punto in cui entra il gioco la mucca viola. “L’essenza della mucca viola è la straordinarietà, ciò che emerge dal consueto, che si fa notare che fa parlare di se”. Ma come si può fare il marketing dello straordinario? Non è, come nel caso tradizionale, una sorta di marketing che si applica come ultimo intervento dopo la realizzazione del prodotto. In questo caso il marketing verrebbe nuovamente risucchiato nei meandri dell’invisibilità. I consumatori ormai, reduci dall’era aurea degli anni 80, sono anche fin troppo impegnati dagli impegni quotidiani per poter prestare attenzione alla pubblicità, sebbene presentino sempre il desiderio di reperire i beni necessari per la propria vita.
Solo riuscendo a staccarsi dalle strategie affermate di marketing e scovando le nicchie “scoperte” si possono riuscire a cogliere in tempo “le mucche viola” da riuscire a farci successo in modo insperato. Lanciare una mucca viola senza lasciarsi intimorire dl rischio dell’insuccesso
Seth Godin presenta diversi case studies: il lancio del Maggiolino negli Stati Uniti, Chip Conley, la Poltrona Aeron, Cirspy Creme, Motorola e Nokia. Diversi spunti e migliaia di suggerimenti pronti all’uso. In maniera molto semplice e fruibile, Godin spiega il successo del film “low budget ” Il mio grosso grasso matrimonio greco e di altre Mucche viola visibili. E Godin lo fa non tralasciando di analizzare anche le metodologie classiche di marketing ridistribuendo totalmente le risorse e le quote.
Attraverso gli esempi risulta chiaro come non è la notorietà del marchio, bensì l’attenzione al mondo reale il fattore determinante. Le idee straordinarie non scarseggiano, scarseggia invece la volontà di metterle in atto: L’unico “limite” se così si può definire è il dato che la mucca viola fa parte del ciclo di vita del prodotto e non la i può far vivere in eterno. Forse è questo anche il motivo per cui queste idee non potranno mai attecchire nei grossi colossi americani.
Il libro è un manifesto, una guida per le persone, professionisti e non, che abbiano la ferma intenzione di creare o di collaborare alal creazione di prodotti che siano deni di marketing.
Curiosi? I più frettolosi potranno attingere altre idee da www.apurplecow.com