LO SPAZZINO E LA ROSA di M. Simonet

 

I graffiti, la gente, le erbacce, le cacche dei cani: nulla sfugge allo spazzino che sa guardare. Quella di Michel Simonet è una storia vera. Fa lo spazzino a Friburgo. Un mestiere “orizzontale nel gesto e verticale nel pensiero” che pratica da quasi trent’anni, a testa alta, anche nelle giornate piovose o ventose. Una rosa gentilmente offerta dal fioraio locale, sistemata sul suo carretto ogni mattina, come una bandiera orgogliosamente issata, fa di lui un roadman speciale. In questo libro, pieno di saggezza e di humor, Simonet ci racconta del suo lavoro-vocazione: rendere la città presentabile, avere cura della sua pulizia per offrirla ai concittadini, affinché ne godano nelle migliori condizioni possibili. Questo punto è fondamentale per comprendere anche la dimensione spirituale che ha mosso Simonet a scegliere una professione umile, in accordo con la sua fede cristiana. Dai suoi quadernetti e appunti presi nei bistrots o all’ombra di un albero durante le pause di lavoro, nasce questo libro, una successione di scene poetiche e di ritratti, dove la penna finissima e la poesia rivelano l’acutezza e la sapienza dell’originale personalità dell’autore svizzero. La quotidianità di uno spazzino poeta, proponendo al lettore una riflessione divertita sul nostro modo di vivere e di comportarci, inventando una “poesia della strada” attenta a tutti i gesti quotidiani e propizia a meditazioni inattese, insegnandoci – senza voler insegnare – che non esiste un lavoro nobile e un lavoro banale, ma solo un lavoro ben fatto o fatto male.

«Mi guardo indietro. Un’ultima occhiata alla strada “pulita in ordine”, come diciamo noi. Strada pulita in ordine alla stessa ora da molti anni ormai. Pulita in ordine per poco tempo, bisogna dire. Strada percorsa a passo d’uomo e a olio di gomito. Percorso di vita. Mi guardo indietro. Scrivere, di tale percorso, la quotidianità. Tradurre le cose viste, fatte, sentite, pensate. L’esperienza di ciò che è esterno e interno. Alcuni amici mi hanno spinto a fare questo passo suggerendomi che forse, nascosto sotto un mucchio di foglie o di rifiuti, c’era un librino arancione da scovare e condividere. Scrivere non certo per esprimere la propria compiaciuta soddisfazione per un ciclo di studi completato, ma per lasciare una testimonianza su un mestiere poco conosciuto, soggetto a stereotipi attualmente in fase di profonda trasformazione. Anche se la fine di un mondo non è la fine del mondo, quello degli spazzini di razza a denominazione d’origine controllata attraversa una fase crepuscolare» (dalla Premessa)

«È un lavoro ingrato, ma non privo di grazia che anzi vi affiora costantemente. Un mestiere indubbiamente sporco, ma non uno sporco mestiere, che privilegia l’interiorità. Etico e cosmico in senso universale a differenza dell’estetica e della cosmetica mondana. Lavoro necessario che, come tutto ciò che è necessario, non è mai ridicolo e ancor meno disprezzabile, ma che ci “pone” di fronte alla natura e agli individui, insegnandoci ad acquisire l’intelligenza delle situazioni, la deontologia della strada e i comportamenti adeguati al caso».

Michel Simonet è cantoniere e scrittore: è nato a Zurigo nel 1962 e risiede a Friburgo con la moglie e sette figli. Consegue studi superiori e ottiene un diploma di Commercio e lavora come impiegato presso un ufficio. Frequenta per due anni un corso di Teologia. Nel 1986 sceglie per vocazione il mestiere di spazzino nella città di Friburgo, mestiere che racconta nel libro Lo spazzino e la rosa, sua prima pubblicazione. Simonet ha appena pubblicato in Svizzera il suo secondo libro Un couple et sept couffins (Editions Faim de siècle).

 

Michel Simonet

Lo spazzino e la rosa

traduzione di Anna D’Elia, copertina di Francesca Ballarini

pagine 168, 15 euro

AnimaMundi edizioni

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