La commissione per il premio nobel ha assegnato, nel 2009, il Premio Nobel per la letteratura a questa scrittrice, di origini rumene, che da diversi anni vive a Berlino.
E’ una lettura veloce che, nella versione italiana, affianca alle poesie che accompagnano il racconto, la relativa traduzione in italiano.
E’ stata definita la voce dei diseredati: una descrizione limitativa. Un linguaggio chiaro, semplice, analitico quello della Mueller: un ritmo incalzante del racconto che non permette al lettore di staccarsi dall’esile libretto senza averlo letto.
Si parla dello sguardo estraneo dell’autrice sul mondo, ma anche di quello del mondo sull’autrice: lo sguardo estraneo è una caratteristica innata che permette di guardare alle cose da una prospettiva diversa, rivelando significati nascosti, celati o volutamente travisati.
Si parla del controllo del governo rumeno, delle coincidenza (vere??) che non convincono le persone, della mancanza di libero arbitrio, della paura del controllo che a volte sfocia in ossessione. Rimane, tuttavia, un’ossessione vera, viva attenta. Un’ossessione che non diventa paranoia, ma quasi compulsiva a voler eludere il controllo.
Un premio ampiamente meritato: una scrittura moderna ma con un sapore di passato che fa riflettere.
Elisa Cutullè