Il libro parla di una giovane ragazza di colore, Danny. Combinando questo dato di fatto con la sua terra d’origine, si pensa che “Il Carnefice” possa essere uno dei signori africani, tipo il desposta de “Il re di Scozia”. In realtà il “vero” protagonista, è quasi assente, appare a tratti e se ne parla poco. Ma è proprio lui, come i grandi assenti (la madre di Miranda ne “La tempesta di Shakespeare”) che in realtà ha in mano le fila del gioco.
La Bertuzzi non ci racconta molto dei singoli personaggi: le informazioni si costruiscono poco a poco, tassello dopo tassello, ma non sono mai compete, lasciando all’immaginazione del lettore la trasposizione figurativa del paese del centro Italia, del ragazzo uscito dal tunnel di droga, del poliziotto corrotto, del poliziotti buono, della moglie tradita e dell’amante appagata. Microstorie che si intrecciano per creare il tessuto di una storia che sorprende soprattutto per il linguaggio cienmatografico e visivo.