I peti che insegnano

 

 

 

Der Elefantenpups

Da piccoli ci è sempre stato detto di fare attenzione e di non fare i peti (o almeno non farli in pubblico). Forse la mamma dell’elefante nello Zoo del Direttore Froehlich, ha dimenticato di dirlo al proprio piccolo e così, a causa di un peto sonoro, il direttore, si spaventa, scivola e si rompe la gamba.

Lo zoo viene pervaso da una tristezza infinita perché, come si rende conto l’addetto Timo, manca l’effetto positivo del saluto mattutino musicale del direttore. Così Timo, d’accordo con un maestro di musica, distribuisce agli animali degli strumenti musicali e il maestro insegna loro a suonarli. Non appena il direttore esce dall’ospedale, gli animali organizzano un grande concerto in suo onore.

La trasposizione musicale del racconto “Der Elefantenpups “ ( = Il peto dell’elefante) a cura di Christian Klaessen, è stata eseguita con maestria, ironia e grande professionalità (senza perdere la capacità di attrarre il pubblico infantile) dai membri del Saarländisches Staatsorchester, diretti da Stefan Neubert e coadiuvati dal coro di voci bianche Theaterspatzen des Saarländischen Staatstheater diretti da Franziska Leonardy. La narratrice Johanna Schatke e il cantante Stefan Röttig, che ha interpretato il doppio ruolo di Timo e del direttore, sono tornati loro stessi bambini in scena, animando il pubblico di bambini a partecipare ed assaporando, quasi con un velo di nostalgia, i tempi della remota infanzia.

Un’ora in cui i bambini presenti hanno potuto conoscere nel dettaglio alcuni dei gruppi di strumenti di un orchestra (sempre relazionati al libro), cantare insieme al coro di voci bianche, ma anche entrare in scena e diventare parte dello spettacolo.

Una di quelle rare occasioni in cui la musica, senza perdere nulla in valore, viene presentata alla portata di un largo pubblico e, specialmente, di bambini.

I commenti entusiasti, nonché le folle di bambini interessati all’acquisto del libro dell’autrice (con dedica) sono la chiara dimostrazione che l’arte è nella vita quotidiana di tutti.

 

 

Elisa Cutullè

 

 

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