Memore dell’esperienza fascista, la Costituzione repubblicana ha tratteggiato appena la figura del Presidente del Consiglio dei ministri. Fin dalle sue origini, la posizione costituzionale di questa istituzione è stata come sospesa, oscillando tra il ruolo di mediatore tra i partiti che «davano le carte» e quello di primo decisore dell’indirizzo politico. Nel corso dei decenni, la necessità di conferire incisività all’azione di governo, la crisi del sistema dei partiti di massa e infine l’integrazione nell’Unione europea hanno reso questa figura sempre più rilevante, anche in termini politico-elettorali. Eppure ancora oggi del Presidente del Consiglio non è ancora ben codificato il ruolo. Con questo libro riscopriamo sia la tormentata storia di questa incompiuta istituzione sia le sue potenziali prospettive di riforma.
Francesco Clementi insegna Diritto pubblico italiano e comparato nell’Università La Sapienza di Roma. Tra l’altro, per il Mulino ha scritto e curato il «Commentario alla Costituzione italiana» (con L. Cuocolo, F. Rosa, G.E. Vigevani, 2 voll. 20212). Già componente della Commissione di studiosi sulle riforme costituzionali (XVII Legislatura), da anni partecipa al dibattito pubblico sui temi politico-istituzionali, scrivendo per il quotidiano «Il Sole 24 Ore» e curando in chiave divulgativa i propri canali social.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri
Mediatore o decisore?
Francesco Clementi
pp. 240, € 16