formato: 14×21 cm – pagine: 124
prezzo: 12,00 euro – isbn: 978-88-99231-56-9
PS EDizioni
Ci sono popoli, in remoti villaggi, invisibili al mondo: vivono al di fuori del PIL del loro paese. Sono braccati da compagnie energetiche e telefoniche perché producano fatturato e si inseriscano nel sistema”. E noi? Noi siamo tutti numeri nei diagrammi di aziende, di multinazionali, dei mercati mondiali. Facciamo parte di un sistema organizzato, sociale e politico, che nulla ha di democratico e che traduce la durata della esistenzaumana in capacità di acquisto. Ormai, possiamo convertire le nostre ore di lavoro, e quindi il nostro tempo, in articoli di consumo. Otto ore di vita-lavoro? Un paio
di jeans. Quarantotto ore di vita-lavoro? Un nuovo smartphone. L’autrice parte dalla cultura dei popoli indigeni, che ben conosce, e da una conversazione, emblematicamente fuori da un McDonald’s, con Jesus, un senzatetto di New York, per lanciare un appello e un invito alla rivoluzione. Recupera la morale umanistica di Pasolini e parla di sciopero degli acquisti, nulla a che vedere con la decrescita felice, piuttosto una lotta col coltello fra i denti per ridare dignità e peso alle nostre esistenze. Non è una lotta di massa: è una guerra che ognuno deve combattere per se stesso, per conquistare un
nuovo grado di dignità. Il libro contiene contributi di Renzo Paris, di Francesco Barbagallo, la testimonianza di Bruno Bozzetto, quella di Sabrina, sopravvissuta al recente terremoto del Centro Italia,
e numerosi interventi di esponenti dei popoli indigeni come Inuit, Boscimani, Aborigeni. Scritto con ironia e sagacia, un saggio agile che spinge alla riflessione e alla ricerca della verità sul mondo dei consumi, alla rinuncia delle tentazioni dell’acquisto in vista di un bene di gran lunga più importante: la libertà. E a una maggiore consapevolezza lungo la strada concreta del proprio stile di vita.