Una delle prime cose che salta alla memoria è la durata del film era la durata epocale: 3 ore piene per consocere la storia di Jack e Rose sul transatlantico che incontrò un iceberg.
Klaus Gehre, già noto al pubblico di Saarbrücken per la sua versione di “The Blade Runner” nella scorsa stagione teatrale (2014/2015), è un regista del XXI secolo a titolo pieno. Con alla spalle uno studio in medicina, Filosofia e Letteratura, da 5 anni ha deciso di intraprndere la carriere di regista con specializzazione in Live-Film. Finora i suoi progetti sono stati messi in scena in diverse città della Germania oltre a Saarbrücken: Francorforte sul meno, Dortmund, Friburgo in Bresgovia e Heidelberg.
Ma cosa si intende quando si parla di “Live-Film”? Si tratta, nella fattispecie, di messe in scena del momento in cui nasce un film: una sorta di teatro che si trova in una posizione non ben definita tra il desiderio dell’intermodalità mediatica e la ricerca delle grandi verità filosofiche.
Lo spettatore che si è recato alla sparte4 è stato messo a confronto con i miti del XX/XXI secolo: la cieca fiducia nella tecnologia e l’influenzabilità dell’essere umano. Così Gehre decide di combinare la storia d’amore raccontata da Cameron con il formato Trash TV “ Bachelorette”, versione tedesca dei tronisti.
I costumi scelti per i protagonisti Rose (Katrin Flüs), Jack (Roman Konieczny) e Cal (Christian Higer) sono costumi atemporali che richiamano il secolo passato, ma che potrebbero adattarsi benissimo al gusto dell’abbigliamento televisivo.
È un confine sottile quello su cui si muovono i protagonisti: con la sala che diventa palco sono costretti non solo a muoversi da un lato all’altro della stanza, ma anche ad interagire con il pubblico e a rimanere seri quando devono interpretare i personaggi degli effetti speciali. Maxi Menot e Christian Zimmermann riescono a tener testa alla sfida della multimedialità e supportano con luci e suoni lo spettacolo.
Il pubblico non può non sorridere alla tronista che decide di mettere alla prova i due pretendenti portandoli con se in crociera per decidere chi avrà diritto alla sua ultima rosa e, quindi al suo amore. Il gioco che però inizia è alquanto strano, in quanto decide di riuscire a conoscere meglio i due pretendenti obbligandoli ad assumere false identità. Quale può essere la speranza che in un mondo fatto di bugie e di falsità, la verità e la vera natura umana possa avere la meglio? Lo spettatore segue l’evoluzione della storia, dei giochi di seduzione, del prendere o lasciare dei protagonisti con un’attenzione voyeristica, proprio come davanti allo schermo della televisione. Quando la nave da crociera si scontra con l’iceberg e si dovrebbe verificare al fine della storia, Jack, sottolinea che RTL (il tycoon televisivo proprietario del format) non permetterebbe mai una cosa del genere (sarebbe fatale per gli ascolti) e che il tutto sia una era messa in scena per aumentare, effettivamente, gli indici d’ascolto. Il dubbio si fa certezza quando, nella scena finale, Rose, decide a chi dare la rosa e, dopo il suo sproloquio, non contenta del risultato, chiede alla produzione di ripetere la ripresa.
Da un lato, dunque, Gehre, critica il formato TV trash che è , eppure, tanto seguito e, dall’altro riesce ad inserire tema seri come la questione dei profughi che devono essere accolti con benevolenza se hanno il coraggio di mettere la propria vita a rischio per giungere nel paese dell’Europa. Velati riferimenti anche ad un altro tragico evento collegato ad una nave di crociera. Rimane sospeso nel dubbio se tale decisione sia casuale o voluta.
Una serata, intellettualmente stimolante e rilassante allo stesso tempo: risate e riflessioni si alternano e, alla fine, il pensiero del pubblico rimane uno solo: è finito troppo presto.
Elisa Cutullè