Peppe Voltarelli: studente fuorisede

Il 27 Marzo 2011, presso i locali della Missione cattolica di Saarbrücken, organizzato da Buongiorno Europa, si è tenuto l’evento “Cinema, musica e parole” : un incontro con il cantautore calabrese Peppe Voltareli. Nel 1991 da vita assieme a Franco Catalano, Salvatore de Siena, Massimo Cacciacarne e Amerigo Sirianni  al “Il Parto delle nuvole pesanti” che diventa celebre per la sua musica rock folk sperimentale.  In quindici anni  di lavoro con il gruppo registra sette album, ma nel 2006 decidi di lasciare il gruppo per dedicarsi, con successo alla carriera da solista. Appena terminata una tournee in Canada e all’interno del suo tour europeo che lo ha portato prima a Barcellona, poi a  Lussemburgo e  infine a Saarbrücken per poi proseguite e Berlino e concludersi nella Repubblica Ceca.

Personaggio interessante Voltarelli: nel 2008 al Teatro Civico di Alghero riceve il Premio Pino Piras “Canco de Raganal” per l’ironia e il sarcasmo della sua ricerca musicale. Nel 2009 a San Salvatore Telesino (Benevento) riceve il Premio Anselmo Mattei.  Nel 2010 il Premio Tenco per il miglior album in dialetto ed è proprio il dialetto che è la forza del suo ultimo album “ultima notte a Malastrana”.

La serata è iniziata con la proiezione di Doichlanda (2003): Il viaggio musicale di una band etno-rock nei ristoranti calabresi in Germania.
Un viaggio che racconta, attraverso le facce degli emigranti, i cambiamenti, le trasformazioni e le contraddizioni di una dinamica culturale di estremo interesse. Doichlanda è il modo in cui gli emigrati calabresi usano chiamare la Germania e indica anche un luogo che offre nuove possibilità di lavoro. Ma l’integrazione rimane lontana, un onda calabra, insomma. Dopo una vivace discussione con un pubblico italiano estremamente interessato, Voltarelli ha dato il meglio di sé presentando non solo alcune delle sue più belle canzoni ed omaggiando personaggi storici come Modugno, ha concluso la serata con un excursus attraverso le diverse realtà musicali regionali.

Nell’anno in cui si festeggiano i 150 anni dell’unità d’Italia è la musica a diventare trait d’union tra  realtà diverse ma parte integrante di una stessa unità.

 

Elisa Cutullè

 

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *