LUDUS MUNDI. Le arti ludiche e il gioco del mondo” conferenza di Lucio Saviani | Tivoli, Villa d’Este – Venerdì 12 Aprile

saviani

Tivoli, Villa d’Este – Venerdì 12 aprile ore 17.30

A cura dell’associazione culturale “Accademia del Desco d’oro” di Tivoli

 

 

“LUDUS MUNDI. Le arti ludiche e il gioco del mondo” è una riflessione sul Gioco, inteso come concetto, simbolo, metafora, esperienza, attraverso luoghi fondamentali del pensiero filosofico, dell’antropologia e dell’estetica.

 

1. Il gioco e più antico della cultura. La cultura stessa nasce come gioco. Così ha inizio il celebre Homo ludens di Johan Huizinga: “La cultura sorge in forma ludica, è dapprima giocata… nelle sue fasi originarie porta il carattere di un gioco“. Ovvero, in principio fu il gioco. Da Eraclito in poi tanti filosofi (ma anche artisti e poeti) ci avvertono che pensando alla realtà non si arriva a comprendere il gioco, bensí pensando al gioco si può comprendere a pieno la realtà. Come mai in tantissime lingue la parola “giocare“ traduce anche “suonare“, “recitare“, “danzare“? Il gioco ha a che fare con la realtà, con l’apparenza o con la finzione? Con la verità, con l‘illusione o con la fantasia? O il gioco le contiene tutte?

Nessuna epoca ha praticato il ludico (gadget, loisir, giochi di massa) quanto la nostra. Eppure il senso del gioco resta oggi quanto di più oscuro. Insomma, sappiamo davvero casa sia il gioco e cosa davvero facciamo quando giochiamo?

 

2. Il più eversivo dei pensieri. Esorcizzato o ‘dimenticato’ dalla metafisica, il pensiero del gioco innesca la sua carica esplosiva sotto i concetti fondamentali del pensiero filosofico, facendoli vacillare dalle basi, mettendo radicalmente in crisi le tesi del soggetto, della verità, del mondo, dell’apparenza e le classiche opposizioni concettuali di realtà e finzione, vero e falso, essere e nulla.

Il gioco innesca la sua carica esplosiva prima di tutto su se stesso: non si può definire. Se ne possono, soltanto, descrivere alcune premesse, alcune conseguenze. Una descrizione tra le tante: il gioco si lascia intravedere quando l’ambiguità, la contraddizione, il dubbio, l’enigma si fanno tanto acuti da travolgere il pensiero.

Oppure, come è stato detto: chi gioca oscilla continuamente tra la calma del “così è”, l’inquietudine del “non so” e l’allegria del “chissà dove”.

 

 

Lucio Saviani, (Caserta, 1960) filosofo e scrittore, è uno dei principali esponenti dell’ermeneutica in Italia, come attestano i suoi numerosi libri scritti a partire dalla metà degli anni Ottanta, tradotti in diverse lingue (tra gli altri: Ermeneutica radicale come esperimento in Nietzsche, 1985; Ermeneutica del gioco, 1998; Ermeneutica e scrittura, 2008), dedicati anche alla filosofia come genere di scrittura e pensiero del limite (Voci di confine. Il limite e la scrittura, 1994, 2°ed. 2011, Segnalibro, 1995; Ultimo quarto, 2001; Poros, 2001) e al dialogo tra filosofia e teologia (Sull’Athos. Tracce di una via filosofica, 2003; Necessità della filosofia, 2007). Numerosi i suoi saggi in volumi collettanei e riviste. Ha insegnato Storia della Filosofia e Fondamenti di Scienze Umane all’Università “La Sapienza” di Roma, dove attualmente insegna Estetica. Collaboratore dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, consulente di Rai Educational, è membro della Società Italiana di Estetica e docente del Master della Luiss “Arts and Cultural Skills for Management”. Tiene seminari e conferenze nelle università europee e americane. Nel 2006 ha ideato, curato e promosso (con il Comune di Roma, l’Auditorium e MicroMega) il Festival Internazionale di Filosofia presso l’Auditorium Parco della Musica. Del 2008 è il dialogo Valéry Vartan. L’idea fissa che fa zum, scritto insieme a Pasquale Panella e con lui portato in scena. Nel 2011 Pasquale Panella scrive Pensiero ballabile, 13 canzoni (musiche di Gianni Bisori) ispirate a Voci di confine di Lucio Saviani.

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