La pulce.. che vola- WINGS

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Ognuno di noi ha quel motivetto in testa, quella canzone che non si riesce a dimenticare e che riappare nei momenti più inaspettati. Anche Marguerite Donlon soccombe a questa debolezza: la sua canzone però è tutt’altro che  un motivetto da cantare. Il brano che “perseguita” la Donlon, come lei ha spiegato nella stessa introduzione, è “Jesus’ Blood Never failed me Yet” di Gavin Bryars, compositore e contrabbassista inglese che ha prodotto numerosi lavori in diversi stili musicali  che vanno jazz al minimalismo,  dalla musica sperimentale e dall’ avanguardia al neoclassicismo.

La versione che la Donlon ha scelto per la sua coreografia è abbinata a uno sfondo di rumori della città. Il canto del sensatetto, nella parte finale si fonde e diventa un tutt’uno con Tom Waits.. Una composizione sperimentale che rende bene il tema  della resilienza: l’uomo ha la capacità  di affrontare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente.

In scena diversi modelli di chiusura, di bloccaggio di difficoltà: famiglie, amore, convenzioni sociali… diversi sono gli eventi che costringono i protagonisti a terra e bloccano il percorso… ma ci si rialza. Il pezzo permette ai ballerini di dare il massimo e di dimostrare la propria presenza scenica e non solo la tecnica. Il coinvolgimento del pubblico è tale che alla fine tutti sembrano quasi rammaricati del fatto che lo spettacolo è durato appena 75 minuti.

Considerando che la Donlon, dopo oltre un decennio allo Staatstheater di Saarbrücken, ha interrotto l’anno scorso la collaborazione con il Saarland, sembra che sia quasi un pezzo catartico. Il nome iniziale dello spettacolo era BLOOD, con riferimento al tema della canzone e in corso d’opera si è trasformato in Wings. Un modo per spiccare il volo e muoversi con serenità verso le nuove avventure della vita.

 

Elisa Cutullè

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