La donna nell’Ottocento

Ma quale funzione avevano le donne nell’Ottocento? In questa epoca quanto mai controversa che è stato il periodo di “convivenza” di nobiltà e borghesia.

L’Ottocento viene spesso definito l’Età Borghese, visto che con la caduta dell’Ancièn Regime, la nobiltà perse gradatamente importanza a dispetto dell’ascesa dell’influenza che invece aveva la borghesia.

Questa è la situazione dell’Europa in generale, ma è la medesima anche in Germania? Anche lì gli eventi si susseguirono secondo norme ben stabilite?

In realtà, nell’Ottocento in Germania il fulcro attorno a cui continuava a ruotare la vita, se così definir si vuole, è la corte: luogo di incontro, questo, ma anche di attuazione dei processi di burocratizzazione e di democratizzazione in vista dell’accesso a cariche sociali più elevate. Ma la corte aveva ancora una significanza ben più alta, se si considera l’universo femminile, visto che era in effetti all’interno di questa cerchia, che le donne potevano assumere i compiti più ambiti. Vi erano le dame di corte, le Gran Dame di corte e le governanti che spesso occupavano cariche di un determinato peso sociale; vi erano poi le mogli, le figlie di tutti gli impiegati di un certo rango, che si potevano vantare del titolo maschile; ma, parte più determinante, erano le padrone di casa che, da amanti o da mogli, con i banchetti o tutte le altre festività, non poche volte si sono trovate a diventare elemento scatenante di importanti decisioni. In altri termini: le donne connotarono in maniera determinante la vita di corte.

Elementi che fino a questo punto possono sembrare più che ben noti agli studiosi, allora in quali termini è possibile parlare di una novità? La novità, il nuovo incipit, potrebbe venir offerto dal desiderio di indagare in che modo questi dati, già conosciuti, si siano scoperti in un’epoca borghese, in che termini cioè nobiltà e borghesia (non) cooperino in questo secolo. Il lavoro eseguito dalla Diehmel, può essere realizzato solo grazie alla grande disponibilità di materiale inedito di antiche famiglie. Diari e lettere, il tracciato di diverse “tipologie” e di diversi momenti femminili: si parla di educazione, di matrimoni, delle donne a corte (dei ruoli che ricoprivano, della funzione rappresentativa che avevano nei confronti dell’apparenza pubblica), di amanti e di moglie morganatiche, di dame da salotto e di quelle che si dedicano alla carità.

A quali risultati si può giungere? Prima affermazione è che la vita delle donne a corte, si svolgeva al pari di quella degli uomini e cioè tra perdita di potere e auto-affermazione, e in senso più specifico, tra il mantenimento dei valori dei valori nobili-cortgiani e l’adeguamento all’evoluzione dello stato sociale. Si verificò cioè una duplice tendenza: da un lato la nobiltà aveva assimilato dei tratti della concezione borghese della donna- e più precisamente quello che vedeva la donna relegata alla sfera prettamente privata o, più in generale, alla sfera della propria casa- che portò all’idealizzazione del ruolo della figura materna e della repsonsabilità “affettiva” della famiglia; dall’altro lato perdurò però anche l’elemento nobile e cioè quello che pretendeva dalle donne nobili la funzione di intrattenimento e di compagnia nelle grandi occasioni sociali, in senso lato una loro funzione rappresentativa. Ma cosa si intende per funzione rappresentativa? Quando si utilizza il termine in un ambiente basato sulle sottigliezze delle definizioni, bisogna fare attenzione ad includere in tale significato anche la forte connotazione politica che tale funzione rivestiva: un discorso che si può tentare di definire con più esattezza riprendendo la definizione di Carola Lipp che intende la sfera pubbica come “lo spazio comunicativo delle relazioni sociali”. Solo se si intende così la delimitazione pubblico-privato si riescono ad intendere le profonde differenze che entrano in gioco quando si parla di delimitazione del privato nell’atmosfera cortigiana ed in quella borghese.

Risulta più esatto allora parlare dell’Ottocento, secondo la Diehmel, come dell’epoca in cui si avvicinarono le grandi donne della nobiltà e della borghesia, avvicinamento già iniziato sui banchi di scuola (visto che in seguito alle innovazioni del pensiero illuminista era diventato uno dei punti di distinzione della borghesia) e con le collaborazioni nate a scopo caritativo. Attività queste che permettevano alle une di entrare in contatto con le attività delle altre e viceversa. Anche se infatti l’ideale di donna borghese attraeva molto le nobili, queste ultime non riuscirono mai a sottrarsi ai propri obblighi sociali. Rimane sempre presente una certa “razionalità di corte”, fattore determinante della vita delle donne nell’Ottocento.

Bigliografia

C. Diehmel Adelige Frauen im bürgerlichen Jahrhundert, Francoforte 1998

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