Intervista a Bruno Morchio

Bruno Morchio Foto Paolo Amodio-1Foto di Paolo Amodio

Abbiamo incontrato per voi Bruno Morchio, vincitore del Premio Selezione Bancarella 2013 per farci raccontare cosa c’è dietro “Il profumo delle bugie”.

 

 

D’Aste – I Buddenbrooks: due famiglia, una storia?

Come si dice in questi casi: si parva licet componere magnis, direi due famiglie, due storie, due paesi, due epoche storiche e due registri stilistici diversi (anche se pure nei Buddenbrook l’ironia non manca). La famiglia D’Aste è una tipica famiglia borghese italiana, di una imprenditoria rapace e senza scrupoli, dove manca l’etica protestante e ad essa si è sostituita una pratica edonistica segnata da superficialità ed egocentrismo (che ricadono, inevitabilmente, sulle generazioni successive).

 

Il tuo romanzo, “Il profumo delle bugie” descrive le peripezie di un’azienda i famiglia e dei relativi rapporti. Pensi che una tale realtà lavorativa sia ancora attuale al mondo d’oggi?

Assolutamente sì. La borghesia italiana è familistica per definizione. Non a caso il romanzo concentra l’attenzione sull’unità inestricabile di famiglia e borghesia, dove non si capisce l’una senza comprendere l’altra. Affetti e denaro, privato e pubblico rappresentano due facce della stessa medaglia.

 

Come è nata l’idea e quale è stato il tuo personaggio preferito, quello che ti ha dato più soddisfazioni creare?

L’idea di una saga familiare (forse la più breve della letteratura) covava da tempo. L’intreccio delle relazioni, giocato sui dialoghi e sul gioco di specchi dei rispettivi punti di vista, costituisce per me uno degli stimoli più forti della scrittura. Non per nulla molti hanno rilevato l’adattabilità del testo al teatro. Non c’è un personaggio in particolare che mi abbia “appassionato”; qualcuno ha sostenuto che il protagonista chiave è Meo, il medico della generazione di mezzo, il solo che nel corso del romanzo subisca un autentico cambiamento. In realtà credo che alla fine, di fronte all’epilogo tragicomico, tutti siano cambiati, anche se non si tratta di una catarsi ma piuttosto di una catastrofe. Quello che è certo è che le donne dimostrano maggiore intelligenza e consapevolezza degli uomini. Il personaggio che mi è più caro, infatti, è quello di Lena, la sola che porti nella scrittura una nota genuinamente tragica.

 

Chi consideri gli autori ce ti hanno formato?

Sono tanti e forse di quelli più incisivi non ho neppure consapevolezza. Primo tra tutti citerei Dostoevskij, che considero il più grande romanziere di tutti i tempi. Nella costruzione di questo romanzo si ritroverà, sul piano formale, qualcosa di Faulkner e di Ellroy, e nel contenuto il Piperno de “Con le peggiori intenzioni”. La citazione iniziale di Bulgakov e Nabokov non è del tutto casuale. Infine il Roth di “Pastorale americana” (anche quella una saga familiare con finale tragicomico). Più in generale i miei maestri, essendo soprattutto uno scrittore di noir, restano tre autori: Chandler, Vazquez Montalban e Izzo. Credo che la loro opera lavori sempre sottotraccia nella mia scrittura, anche quando scrivo un romanzo grottesco borghese come “Il profumo delle bugie”.

 

Adori scrivere, ma qual è il tuo rapporto con la lettura?

Purtroppo vorrei leggere molto più di quanto riesco a fare. Essendo uno scrittore della domenica che durante la settimana svolge un altro lavoro (psicologo e psicoterapeuta in un consultorio familiare del S.S.N.), il tempo per leggere è limitato, ma la lettura resta per me una passione e un piacere a cui non so rinunciare. Leggere mi aiuta e mi stimola non solo a scrivere, ma anche a vivere.

 

Cosa significa per te avere vinto il Premio Selezione Bancarella?

Un onore e il riconoscimento di dieci anni di lavoro svolto con grande impegno, dedizione e piacere. Credo anche un riconoscimento ai lettori che in questi anni mi hanno sostenuto, qualcosa che dedico a loro.

 

 

Prossimi progetti editoriali?

Sto scrivendo un nuovo romanzo con protagonista il mio detective, Bacci Pagano. Ho inviato alla Garzanti e al mio agente i primi otto capitoli. A loro sono piaciuti molto. Io sono soddisfatto. Adesso l’assillo è di riuscire a consegnarlo in tempo utile per uscire a novembre.

 

 

 Elisa Cutullè

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