Quando , nei giornali stranieri, si parla dell’Italia, spesso e volentieri è per politica o sport. Raramente si trovano riferimenti alla vita culturale o a ciò che succede nel mondo culturale italiano. Ogni tanto qualche informazione e aggiornamento sui cantanti noti oltralpe, ma quasi mai riferimenti al panorama culturale in senso lato. Ragion per cui mi ha sorpreso non poco trovare nei quotidiani un articolo sulla scomparsa di Franca Rame. Non poteva non mancare il riferimento al marito Dario Fo, vincitore del premio Nobel per la letteratura (1997), e nemmeno il fatto che fossero stati sposati per ben 60 anni e che, in seguito all’ictus di Franca dell’anno scorso, l’unione fosse più forte che mai. Ma chi era Franca Rame? Forse non tutti sanno che, in realtà, la sua famiglia è “operativa” nel teatro fin da XVII secolo. In un certo qual senso il teatro le scorreva nelle vene: ben 70 le opere teatrali da lei composte nel corso della sua vita. Non molti però sanno dell’impegno politico di Franca. Negli anni 70 era attiva nel movimento femminista e nel 2006 è riuscita anche a diventare senatrice. Una donna senza peli sulla lingua, con un chiaro obiettivo politico che aveva visto nell’arte, e nel caso specifico del teatro, la funzione educatrice per un senso civico più attivo. È sicuramente questo l’aspetto che Gianna Nannini ha particolarmente apprezzato di lei, tanto da dedicarle, nel concerto tenuto alla Rockhal di Esch sur Alzette in Lussemburgo il 30 Maggio, la canzone simbolo del Tour: Inno. Visibilmente commossa Gianna ha cantato per Franca: ”Mi ricordo di te ti raggiungo ad occhi chiusi mi ricordo di te per la strada mi incontrerai mi ricordo di te ogni estate sono qua
mi ricordo di te tu sorridi e mi dici ciao “. Due donne che, a modo loro, sono riuscite a fare la differenza, infischiandosene di cosa lo stato borghese potesse pensare di loro. L’unica nota triste è che, nel pubblico, pochi in realtà sapessero che era la Rame. L’arte ha ancora tanto da fare.
Elisa Cutullè