Vive in un paesino nella nebbiosa pianura bolognese, è ancora vergine, non proprio bello e di una timidezza patologica. Vivacchia Luca, lavora a testa bassa per dimenticare i suoi insuccessi, le sue serate sono fatte di pochi amici fidati e qualche partitella a carte con i vecchietti del circolo Arci. Un fratello ritardato di cui vergognarsi e una ma- dre che ancora non gli ha perdonato di essersene andato di casa completano il quadro. Una vita senza colore, la sua, nell’attesa del grande amore.
Ma di tempo Luca non ne ha più. Una brutta tosse trascurata, lunghe analisi mediche e una diagnosi che non lascia scampo. Insieme all’angoscia e alla paura arriva, però, anche la fede e ha la voce di Don Edoardo, il sacerdote degli anni del catechismo, perso di vista da anni. Ed è questo incontro a far nascere in Lazzaro il desiderio di voler dare un senso al tempo che gli rimane. E così, anche l’incontro con Anna, prostituta dal viso bellissimo e dall’atroce passato, riesce a fargli superare definitivamente la paura di vivere e di morire.
RICCA DI ELEMENTI AUTOBIOGRAFICI E SCRITTA CON UN’IRONIA PUNGENTE E SPIETATA, QUESTA È L’INTIMA TESTIMONIANZA CHE STEFANO BALDI CI HA LASCIATO PRIMA DI ANDARSENE.
La vita di Luca Lazzarini è come quella di tanti giovani: gli studi all’università non troppo convinti, un lavoro poco entusiasmante, i fine settimana sempre gli stessi. Le giornate passano tutte uguali nella nebbiosa pianura bolognese. Nella frustrante attesa di una fidanzata. Vivacchia, Luca. Tutto è molto tiepido, incolore, sbiadito. Poi i primi sintomi. I tremendi colpi di tosse che lo lasciano senza aria. Lazzaro respira a fatica: la tosse lo sveglia di notte e non lo molla più, scuote il suo corpo e inizia a scuotere anche la suaesistenza. Il tumore è incurabile. Buio, paura, disperazione.
Luca incomincia a guardarsi allo specchio in modo diverso e sente di voler dare un senso altempo che si sta consumando. Allora lo smarrimento cede lentamente il passo al coraggio, il vuoto si riempie del desiderio di vivere pienamente i legami, gli affetti e ogni singolo giorno che resta. Scopre la fede e tutto pare acquistare nuova linfa. Prende in mano, deciso, la realtà; talvolta sembra sfidarla, con insaziabile e spietata ironia. Accetta l’idea di dover morire. Baldi, in questo dramma denso di passaggi autobiografici, non scansa gli interrogativi più dolorosi e penetranti. Stefano Baldi ci lascia questo racconto di speranza, a ripensare alla preziosità di ciò che siamo e abbiamo. È morto il 10 gennaio, a trentaquattro anni. Ha finito di scrivere il romanzo pochi giorni prima della sua scomparsa.
STEFANO BALDI è morto di tumore il 10 gennaio 2009, a trentaquattro anni. Ha finito di scrivere Sia fatta la tua volontàpochi giorni prima della sua scomparsa. Questo è il suo unico romanzo.