STORIA INEDITA DI UNA GUERRA DIPLOMATICA PER BOICOTTARE UN FILM DEL REGISTA LUCIANO TOVOLI

La copertina del libro, intitolato "Una storia scomoda", mostra in primo piano una serie di giacche di divise militari bianche, disposte in fila in prospettiva, che si perdono all'orizzonte. Le giacche sono illustrate in uno stile che sembra un bozzetto a matita, con dettagli dorati sulle spalline e tasche decorate con medaglie e nastrini colorati, che danno l'idea di un'alta onorificenza.

Nella parte inferiore della copertina, su uno sfondo verde acqua, sono presenti i seguenti elementi:

Il nome dell'autore, Antonio Caiazza.

Il titolo del libro, "Una storia scomoda", scritto in rosso.

Una descrizione del contenuto: "La guerra segreta al film con Mastroianni sugli italiani in Albania negli anni del fascismo".

Il logo della casa editrice Bibliotheka e la categoria del libro, STORIA.

Documenti inediti rinvenuti negli archivi diplomatici in giro per l’Europa ricostruiscono una vicenda ancora del tutto sconosciuta, che riguarda il boicottaggio di un film con Marcello Mastroianni, Michel Piccoli, Anouk Aimée e un quasi esordiente Sergio Castellitto. Il film era Il generale dell’armata morta, tratto dal romanzo dello scrittore albanese Ismail Kadare per la regia di Luciano Tovoli. Le riprese erano previste fra il 1980 e il 1982, in Albania, dove i fatti raccontati avvennero realmente. Ma dopo contatti, viaggi e sopralluoghi e il denaro versato alla Banca di Stato albanese, la troupe fu imbarcata su un aereo e rimandata in Italia, senza che fosse girato neppure un metro di pellicola. Ricostruisce questa singolare vicenda Antonio Caiazza, giornalista alla Rai di Trieste particolarmente attendo al mondo balcanico, nel libro Una storia scomoda. La guerra segreta al film con Mastroianni sugli italiani in Albania negli anni del fascismo che contiene documenti inediti e lettere degli scrittori Ismail Kadare e Dritero Agolli. Si è sempre attribuita la responsabilità del boicottaggio del film agli albanesi, ma i documenti consultati negli archivi diplomatici raccontano la trama che cercò di bloccare la lavorazione della pellicola. Gli apparati di due grandi democrazie, Italia e Francia, attivarono una notevole pressione nei confronti dell’Albania affinché il film non si facesse. Il motivo: riapriva la pagina dell’occupazione fascista, delle atrocità e delle vessazioni nei confronti delle popolazioni civili, che a Roma si voleva chiusa per sempre.

“In Italia – spiega Caiazza – si erano fatti e si facevano film sulla Resistenza e di denuncia del fascismo. Ma non sul nostro passato coloniale. Il generale dell’armata morta rompeva il silenzio su vicende che l’Italia voleva definitivamente sepolta”.

Il film si fece comunque, fu girato in Italia e uscì nel 1983, ma nel nostro Paese non vide mai le sale cinematografiche.

Antonio Caiazza, giornalista alla redazione Rai di Trieste, ha seguito per anni le vicende Balcaniche per diverse testate. In particolare, all’Albania ha dedicato servizi televisivi, articoli e due libri: In alto mare. Viaggio nell’Albania dal comunismo al futuro (Instar Libri 2008) e il romanzo La notte dei vinti (Nutrimenti 2014), racconto della sanguinosa epurazione che colpì la nomenklatura di Tirana a metà degli anni ’70.

 

Antonio Caiazza

Una storia scomoda.

La guerra segreta al film con Mastroianni sugli italiani in Albania negli anni del fascismo

con documenti inediti e lettere degli scrittori Ismail Kadare e Dritero Agolli

pagine 184, 16 euro

Bibliotheka

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