Dresdner Musikfestspiele 2023: un mondo pieno di contrasti

I Dresdner Musikfestspiele quest’anno si sono svolti dal 18 maggio al 18 giugno.

Il tema guida era «BLACK & WHITE» specchio di un anno prolungato pieno di contrasti, di mettere in scena un programma musicale  che rispecchiasse i sentimenti  della società attuale.

 

Ad aprire la manifestazione è stata l’Orchestra Filarmonica di Monaco di Baviera, diretta da Tugan Sokhiev e con il soprano Christiane Karg, presenta un brillante programma in cui due mondi musicali si scontrano: la sinfonia n. Nr. 6 in Si Minore op. 54 di Schostakowitsch e la Sinfonia n. 4 in Sol Maggiore di Mahler.

Nei 32 giorni del festival, il pubblico ha potuto godere un totale di 64 concerti con circa 1.500 artisti di musica classica, jazz e world music. Artisti di fama internazionale hanno creato una vivace atmosfera da festival in 22 sedi della città.  L’11simo concerto sinfonico alla Semperoper del 10 giugno è stato in collaborazione con la Sächsische Staatskapelle Dresden diretta da Myung-Whun Chung e dedicato alle opere di Maurice Ravel e  Modest Mussorgsky.Trascorse quasi mezzo secolo prima che i «Quadri di un’esposizione» di Modest Mussorgsky diventassero famosi in tutto il mondo. È stata l’abbagliante versione orchestrale di Maurice Ravel a rendere il ciclo per pianoforte una delle opere da concerto più eseguite. È stato creato come omaggio all’artista Viktor Hartmann. La morte del suo amico fu un duro colpo per Mussorgsky. “Sono confortato: non c’è più, ma esistono ancora le sue opere, nelle quali vive”, scriveva al curatore di una mostra commemorativa con disegni, progetti architettonici e scenografie di Hartmann – la stessa mostra che il compositore finalmente organizzato musicalmente per l’eternità. L’esecuzione del concerto ricrea l’ambientazione sulla base del contrasto culturale. Joyce di Donato ha presentato l’11 Giugno al Kulturpalast un programma che ha trascinato il pubblico in un Eden sui generis: un mondo parallelo in cui le musiche dal Quattrocento al novecento fluiscono a creare un mondo fatto di luci e colori che fungono da supporto visivo alle grandi qualità vocali di Joyce. Merita una menzione anche il progetto di portare, in ogni tappa del tour, un coro di giovani con lei sul palco per l’interpretazione del brano “Seeds of Hope” In diversi concerti il focus è stato sui “giochi di tastiera” dedicato, cioè all’interazione in bianco e nero della tastiera, con pianisti di generazioni e generi diversi che si alternano e si esibiscono con partner molto diversi. Tra questi il concerto di Michael Wollny, il pluripremiato pianista jazz tedesco.Considerato di grand talento, colpisce per i molti riferimenti ad altri musicisti o compositori nei propri lavori, ma non solo: vi sono anche elementi a scrittori e registi, che attraversano la sua musica e sono diventati sempre più importanti dal 2004. Nel concerto del 12 giugno al Kulturpalast, nonostante avesse la mano leggermente infortunata, è riuscito ad offrire due ore di musica nel pieno rispetto delle sue caratteristiche come il chiaro interesse per l’armonia in, la velatura del metro.  Il tutto con un equilibrio continuo tra composizione e improvvisazione e il rifiuto della priorità dell’improvvisazione. La serata è stata un flusso musicale senza alcuna interruzione. E con “Das Rheingold” di Richard Wagner, un progetto artistico-scientifico su larga scala con la Dresden Festival Orchestra e il Concerto Köln sotto la direzione di Kent Nagano celebra il suo inizio a Dresda, in cui un’opera della tetralogia dell’opera “Der Ring des Nibelungen ” viene eseguito ogni anno nella storica veste sonora. Il tutto è stato preceduto da un concerto prova aperto, in cui musicisti e artisti hanno fornito un’idea su come siano state studiate le parti e preparati gli instrumenti.

 

L’appuntamento per il 2024 dal 9 maggio al 9 giugno.

 

Elisa Cutullè

© Foto: Oliver Killig

Comments are closed.