Il soprano italiano Elisa Balbo e Illiria presentano il nuovo progetto – Lunaria. Il libro squisitamente stampato e un CD con una raccolta di musica vocale ispirata alla luna.
Lunaria invita a un viaggio interstellare tra oscurità e luce, tra passato e presente. Una galleria d’arte elettiva privata, una personale esposizione di immagini e immaginazioni ispirate alla notte, cronache musicali di un viaggio ideale dal tramonto all’alba.
Il tuo “rapporto” con la luna risale ai tuoi tempi da piccola. Come si traspone questo rapporto musicalmente?
Come ho cercato di raccontare nella prefazione al libro “Lunaria” che accompagna il disco, fin da piccola la luna ha esercitato su di me un fascino speciale. Essendo nata sulla costa, nel Ponente Ligure, ho sempre immaginato questo collegamento profondo tra il mare e il cielo notturno, come se l’acqua potesse avvicinare il riflesso magico della luna a noi mortali. Noi, quaggiù, affidiamo i nostri sogni alla luna e alle stelle, e il mare prontamente li cattura e ce li riporta attraverso la sua meravigliosa rifrazione. E questo era quello che volevo tentare con questa musica dedicata alla luna: catturare sogni musicali e letterari, plasmare immagini. Gli artisti sono umili creatori di sogni che non appartengono loro, e che possono esaurirsi nel tempo di una breve melodia, ma che tuttavia possono significare il mondo. Quindi, potrei dire che questa mia fascinazione originaria per la luna possa in qualche modo aver contribuito a insegnarmi a non aver paura di sognare, a ricercare nella musica il significato profondo delle emozioni che spesso non sappiamo descrivere, ma che riusciamo solo a vivere.
Lunaria è suddiviso in tre sotto capitoli: contemplazioni, visioni, sogni. Ci accompagni in questo percorso?
Al momento di immaginare cosa avremmo voluto includere in questa raccolta di brani, potevamo decidere di scegliere diverse strade, che avrebbero portato ad una classificazione per autore e periodo di composizione; ma alla fine abbiamo optato per un percorso tematico, un ordine “del cuore”. Volevamo concederci il lusso di creare una sorta di “galleria d’arte” musicale, che ci accompagnasse nel nostro immaginario notturno.
Abbiamo deciso di interrogarci su chi è la luna e come ci parla. Da qui il bisogno di contemplare il paesaggio notturno, di GUARDARE. Questa prima sezione (“Contemplazioni”) si apre con la celebre mélodie di Bachelet (“Chère nuit”), in cui diamo il benvenuto alla notte che cala. Vediamo poi sorgere la luna tra le note di Saint-Saëns e la osserviamo illuminare colline, acqua e fronde con Clara Schumann, Mendelssohn, Bellini e infine con un brano inedito scritto apposta per questo album dal contemporaneo Luca Fialdini, e che chiude questo primo excursus temporale di quasi due secoli tra modi diversi di guardare la luna in musica.
La contemplazione, tuttavia, non è sufficiente a esaurire le nostre emozioni di fronte allo spettacolo notturno; lo vogliamo carpirne il mistero, farlo nostro e trasfigurarlo attraverso la lente del nostro cuore. Il GUARDARE si trasforma nel VEDERE: da qui il secondo capitolo (“Visioni”), che è dedicato alla trasfigurazione che gli occhi dell’artista fanno della notte. E cerchiamo di raccontarlo con Verdi, Fauré, Tosti, Respighi e Hahn: questi autori ci portano con sé alla scoperta di un’heure exquise di pura fascinazione sensoriale.
E dopo aver guardato e visto la notte, abbiamo deciso che era tempo di chiudere gli occhi e lasciar parlare l’IMMAGINAZIONE (“Sogni”), veri protagonisti del nostro viaggio tra le stelle. Qui, tra le serenate di Leoncavallo e Listz, le ninnenanne di Puccini, Brahms e Strauss, e le dolci apparizioni di Debussy e Rachmaninoff, ci addormentiamo in una dolce culla onirica. Il disco si conclude con le parole мечта моя (mechta moja), ovvero “mio sogno”: non poteva esserci chiusa migliore!
Cosa ti è piaciuto della collaborazione con Michele D’Elia?
Michele D’Elia è un pianista straordinario, e all’artista corrisponde un uomo meraviglioso. Non vi è modo più semplice di raccontare la nostra collaborazione se non con la parola “gioia”. Posso certamente dire che Michele è amico caro e prezioso, e il suo entusiasmo unito alla sua grande preparazione sono stati la chiave di volta che ha permesso a “Lunaria” di vedere la luce. Ogni fase, fin dalla scelta dei brani e delle edizioni, poi allo studio e alla registrazione, è stata motivo di grande arricchimento personale e artistico; la nostra amicizia e il rispetto reciproco hanno permesso di fare musica nella più grande armonia, permettendo alle nostre rispettive personalità artistiche di dialogare senza alcun senso di prevaricazione, nel segno di una reciproca valorizzare. Michele è un artista raro e sono orgogliosa e grata che abbia camminato al mio fianco in quest’avventura.
Elisa Cutullè