Christian Bobin / Un azzurro che non mente più

(c) Anima Mundi

Dalla sua casa nel bosco nei pressi di Le Creusot, Christian Bobin – dialogando con Damien Le Guay et Jean-Philippe de Tonnac – ci parla di un tema che è alle radici della sua scrittura: il rapporto con la morte, “sorella gemella” della vita. Con un’oralità che ha la stessa sorprendente grazia che abita i suoi libri, Bobin ci guida in uno spazio dove chi è assente non cessa di essere presente, dove il dolore si trasforma in un’amplificazione della vita, illuminando l’esistenza di chi resta.

Christian Bobin (Le Creusot, 1951) è uno degli scrittori più importanti e conosciuti della letteratura francese contemporanea. Le sue opere, tradotte in numerose lingue, annullano i confini tra prosa e poesia, narrazione e contemplazione.

Traduttrice: Norina Sottocornola
Introduzione di Laura Campanello

Pagine: 80 prezzo: 10 euro

In Italia, AnimaMundi sta raccogliendo e traducendo la sua opera. Ha pubblicato finora: Autoritratto al radiatore (2012), Folli i miei passi (in coedizione con Socrates 2012), Sovranità del vuoto (2014), Consumazione – un temporale (in coedizione con Servitium, 2014), Mozart e la pioggia (2015), L’uomo del disastro (2015), La vita e nient’altro (2015), Resuscitare (2015), Più viva che mai (2017), La vita grande (2017), L’insperata (2018), La presenza pura (2019), Abitare poeticamente il mondo (2019), Lettere d’oro (2021), Illumina ciò che ami senza toccarne l’ombra (2021)

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