Castillo e la stupidità umana


Ricardo Moreno Castillo, laureato in matematica e dottore in filosofia con specializzazione in storia della scienza, è stato docente di scuola superiore fino al pensionamento e professore associato nella facoltà di matematica dell’Universidad Complutense. Nel suo ultimo libro per Graphe.it scopriamo che cos’è la stupidità e come si manifesta, ma anche come possiamo evitare quella degli altri e (ancor più) quella che, in percentuali variabili, alberga in ognuno di noi.

Nel XXI secolo si sente sempre più spesso parlare di stupidità- Un caso o un’involuzione dell’intelletto umano?
Non esiste tale involuzione, ma nelle società più libere la differenza tra chi gestisce la propria libertà in modo intelligente e chi la fa in modo stupido è più evidente. In assenza di libertà non c’è niente da gestire, e il contrasto tra un idiota e uno che non lo è passa più inosservato. D’altronde la rete facilita che le tonterie abbiano più risonanza che mai, ed è per questo che sembra che ci siano più stupidi che in qualsiasi altra epoca passata, ma non è così. Succede solo che l’assurdità si diffondono più velocemente.

Gli esseri umani sembrano vegetare, più che vivere, andare con la massa piuttosto che nuotare controcorrente. Come mai?
Non tutti gli esseri umani vseguono la corrente di massa. La maggior parte lo fa (l’intelligenza, purtroppo, è in minoranza) perché seguire la moda è più facile che pensare da soli. Aderire a un’idea nuova (come se il nuovo e il buono fossero la stessa cosa) è alla portata di chiunque, ma sviluppare idee che vadano contro il politicamente corretto non è più così facile.

Inizia con una citazione di Russell “La causa principale dei problemi è che al mondo d’oggi gli stupidi sono strasicuri,mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.” Conferma storica della stupidità?
È vero che gli stupidi tendono ad essere più sicuri di sé rispetto agli intelligenti, perché quest’ultimi conoscono meglio i limiti dell’intelligenza e tendono ad essere meno dogmatici. Ora, poiché il pensiero di Russell è stato ripetuto fino alla nausea, molti sciocchi l’hanno supposto e pensano che se fanno finta di essere assediati dai dubbi, appaiono più intelligenti. Ma non è sempre così, perché solo perché gli intelligenti hanno dei dubbi non significa che tutti coloro che hanno dei dubbi siano intelligenti.

Spesso la stupidità viene confusa con l’ignoranza. Quali similitudini e differenze ci sono che possono indurre in errore?
Una persona intelligente che non ha avuto l’opportunità di studiare o istruirsi conosce la propria ignoranza, è cauta nelle proprie opinioni e accetta l’opinione di chi ne sa più di lui. Chi è ignorante (o perché non ha potuto studiare o perché non ha voluto) ma non è intelligente, ignora la propria ignoranza e non si lascia nemmeno consigliare.

Il suo viaggio si delinea tra storia, filosofia, letteratura, politica, religione e cultura in senso lato. Come influenzano questi campi la stupidità? Ci sono “campi”senza stupidità”?
Cultura e intelligenza sono cose diverse, ma più si è colti, più spazio si ha per sviluppare l’intelligenza (sia essa tanto o poco) quindi è sempre bene leggere e studiare (che si tratti di storia, filosofia o quant’altro ). Inoltre, il fatto stesso di studiare e sforzarsi di imparare qualcosa sviluppa la mente e può aprire possibilità intellettuali che vengono ignorate da coloro che non sono interessati all’apprendimento.

Conclude il suo saggio con i consigli contro la stupidità. Sono consigli usufruibili per tutti?
Penso di sì.. Tutti abbiamo una certa dose di stupidità, ed è conveniente ridurla il più possibile per lasciare più spazio all’intelligenza. Leggere, studiare, ascoltare chi può imparare qualcosa è alla portata di tutti. E più impariamo, più conosciamo la nostra ignoranza e più diventiamo intelligenti. Lo studio e la lettura non sono controindicati per nessuno.

Elisa Cutullè

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