La passione per il pianoforte di Stefano Andreatta

Dopo aver iniziato a studiare il pianoforte all’età di 7 anni, calcò le scene appena 3 anni dopo e, a soli 15 anni debuttò in un’orchestra.  Non solo si è esibito in Italia, Slovenia, Spagna, Germania, Inghilterra, Kazakistan, Canada e stati Uniti, ma ha anche ricevuto diversi premi.

L’abbiamo incontrato in occasione della sua nomina come semifinalista del premio Honens 2018.

La tua scelta é caduta sul pianoforte perché…

Principalmente perché il pianoforte è lo strumento sinfonico per eccellenza, al suo interno racchiude l’orchestra. Pensando esclusivamente al suono strumentale, invece, il mio strumento preferito è il violoncello.

Quale é la composizione che ti dà piú filo da torcere, perché?

Non vi è una composizione in particolare. Ma posso dire che alcune sonate racchiudano un altissimo grado di complessità: sia tecnico-musicale, che di concezione formale e di significato psicologico, basti pensare all’Op. 111 di Beethoven o alla Seconda Sonata di Chopin.

Quali pianisti famosi ti hanno ispirato?

Ce ne sono diversi, la lista sarebbe troppo lunga. Penso ci sia sempre qualcosa da imparare, mi è capitato di ascoltare pianisti famosi e di cogliere il senso di certe loro interpretazioni solamente con il tempo. Questo credo faccia parte della musica: è in continuo divenire dentro di noi.

Ci sono innumerevoli composizioni musicali per pianoforte e violino. Ce ne é qualcuno in particolare che ti sta a cuore? Chi ti piacerebbe avere al tuo fianco?

Non ho particolari preferenze in questo caso, ma direi le sonate di Beethoven, Schumann e Brahms. Violinista ideale per me è colei o colui che in qualche modo si avvicina alla mia visione e alla mia sensibilità rispetto all’opera musicale.

Qual’é l’onere dei premi che hai ricevuto?

Sicuramente è la responsabilità di confermare il livello artistico-musicale che mi è stato riconosciuto.

Progetti futuri? 

Ho in cantiere un programma di recital dedicato alle sonate di Beethoven e un programma di musica da camera dedicato ai quintetti con pianoforte.

 

Elisa Cutullè

 

 

 

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