Un lungo viaggio tra politica e filosofia. Una riflessione sul tema della libertà e del determinismo – concezione secondo cui tutti i fenomeni del mondo sono collegati l’un l’altro e avvengono secondo un ordine necessario e invariabile – attraverso la lezione dei filosofi letti da Achille Occhetto nel corso del tempo. Rilettura non accademica però, ma rivisitazione attraverso l’esperienza umana e politica che per più di cinquant’anni ha fatto Occhetto, il leader che impresse al Partito comunista italiano una svolta epocale quando nel 1989, durante una celebrazione di partigiani alla «Bolognina», sciolse il pci di cui era segretario fondando il Partito Democratico della Sinistra.
Nel corso del libro affiora la riflessione su quanto questi filosofi – da Spinoza a Wittgenstein, da Pascal a Marx, dai presocratici ai contemporanei, fino ai maestri del cognitivismo e delle neuroscienze – abbiano contribuito all’esperienza politica del Novecento e del nuovo millennio. Inevitabile dunque per Occhetto la critica alla politica odierna che sembra avere dimenticato ogni dimensione culturale. Importanti e notevoli questi Pensieri di un ottuagenario: non solo perché originale è la rilettura della propria esperienza politica attraverso la filosofia, ma soprattutto perché si tratta di una rilettura di un non specialista, filosofia dunque come esperienza dell’uomo e non come dibattito tra cultori della materia.
Non si troveranno in questo viaggio nel pensiero polemiche di partito o ricordi del proprio vissuto politico, ma considerazioni sul rapporto tra scienza e filosofia, tra visioni del mondo e potere, tra necessità e libertà, testimonianza della volontà di un politico di «invadere tutti i campi del sapere per ridare alla politica il desiderio dei pensieri lunghi».