Antonio Poli- L’amore per il Belcanto

 

Nato a Viterbo, il giovane tenore italiano Antonio Poli studia a Roma con il Maestro Romualdo Savastano.

Nell’anno 2010 ha vinto il primo premio ed il premio del pubblico al prestigioso Concorso Internazionale Hans Gabor Belvedere di Vienna e nello stesso anno ha preso parte al Progetto Giovani cantanti del Festival di Salisburgo.

L’artista è stato ampiamente acclamato nel ruolo del Conte di Almaviva nell’opera “I due figaro” di Mercadante diretto da Riccardo Muti al Festival di Pentecoste a Salisburgo, al Ravenna Festival e al Teatro Real di Madrid.

Lo abbiamo incontrato durante il Kissinger Sommer, in occasione della serata di gala con l’orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala.

Sei un ragazzo degli anni 80…come hai deciso di intraprendere la carriera di cantante lirico?

Ho sempre ascoltato cosa mi dicevano pancia e cuore. Avevo iniziato, in un primo momento con la musica leggera (ero in contatto con Caterina Caselli) finché, quasi per gioco, quando avevo 18-19 anni, mi sono ritrovato sul palcoscenico con un repertorio lirico. Quando sono sceso da lì era chiaro, per me, che la lirica fosse il mio mondo. È un desiderio nato dal cuore, non da un’imposizione, che è stato veicolato da una cultura di studio e ascolto. Non ho studiato al conservatorio, bensì con un maestro privato, che ho ancora adesso.

A chi vuole intraprendere questa carriera, consiglierei, oggi, prima di tutto di essere dei frequentatori dei teatri, per capire meglio l’ambiente e tutto quello che vi ruota intorno e chiedersi se si è davvero fatti per questo mestiere. Se si pensa di sì, allora sarebbe il caso di trovare un insegnante bravo, per lavorare su di sé e migliorarsi continuamente. Ovviamente, non deve mai mancare, nel cuore, la passione per questo lavoro.

 

Tu ed estero: scelta consapevole o casualità?

Dobbiamo ammettere che la situazione dei teatri italiani, attualmente, non è proprio rosea. Lavorare all’estero è più interessante, sia da un punto di vista di un curriculum internazionale che per una questione monetaria. Da non sottovalutare le emozioni legate agli spettacoli. Dopo uno spettacolo dell’ «Elisir d’amore» a Berlino è stato chiesto un bis che abbiamo anche concesso, mentre a Graz, alla fine dello spettacolo in sala c’era un tifo da stadio. Questi sono i momenti in cui il pubblico estero mi ha sorpreso ed emozionato allo stesso tempo.

 

Questa è la tua «prima volta» a Bad Kissingen?

Sì, quest’anno è la prima volta sia a livello di partecipazione al festival che di visita della città. A me piace molto quando ci sono questi festival nei piccoli centri, che rendono la cultura molto più tangibile. Nonostante mi trattenga diversi giorni, non avrò la possibilità di andare a concerti di altri artisti, perché le prove per la serata di gala richiedono un grande impegno temporale.

La sovraintendente mi era venuta a sentire quando facevo «Elisir d’amore» a Berlino. Le sono piaciuto tanto da essere invitato a far parte del programma di quest’anno. Kari Kahl-Wolfsjäger è una persona di grande cultura, sempre presente. Quello che lei ha fatto è semplicemente fantastico: è riuscita a creare un ottimo programma con artisti eccellenti.

 

Quanto tempo dedichi, ogni giorno alla cura e alla formazione della tua voce?

Vado a lezione di canto al mio insegnante 3 volte alla settimana, per almeno un paio di ore per volta.  In aggiunta, cosa che per me è molto importante, faccio anche meditazione ed esercizi fisici.  Cantare tipo cinque ore al giorno, sarebbe solo logorante.

 

Cosa cerchi di «portarti a casa» da uno spettacolo?

Tutti i momenti importanti: le cose che sono andate bene e quelle che sono andate meno bene. Cerco di assorbire l’esperienza nella sua totalità, focalizzandomi sulle diverse opportunità per migliorare me stesso. Quando sono stato la prima volta in scena ero, visto con il senno di poi, inesperto e ingenuo, seppure, certamente, molto più spontaneo di adesso

 

Hai del tempo libero?

Il tempo libero è necessario per avere la possibilità di vivere la vita che accade fuori dal palcoscenico, vivendo la propria vita privata e curando gli affetti.

Ascolto molta musica, non solo musica classica. Adoro i Queen, per esempio.

 

 

 

Elisa Cutullè

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