La 6° edizione di Trame ha superato le aspettative degli organizzatori, tutto esaurito nelle diverse sedi del festival. Un pubblico attivo e coinvolto, oltre 15.000 le persone che hanno seguito il programma di eventi ricco e variegato Molti incontri hanno sollecitato il pubblico a riflettere su temi di strettissima attualità, ma anche a scoprire pieghe della storia e del giornalismo d’inchiesta meno noti. Non solo autori di libri e giornalisti d’inchiesta ma anche magistrati, editori, figure dello spettacolo e del cinema hanno arricchito il programma, lanciando da Lamezia importanti anticipazioni.
Roberto Andò, in occasione del suo incontro con il pubblico, ha annunciato che sta ultimando la scrittura della prima serie tv sulla politica italiana. Uscirà nel 2017 con il titolo L’irresistibile ascesa. Una sorta di House of cards all’italiana che si svolge nei palazzi del potere ma anche in diversi territori italiani.”
Pif (Pierfrancesco Diliberto) ha presentato in anteprima nazionale il trailer del nuovo film “In guerra per amore” nelle sale dal 27 ottobre, una travagliata storia d’amore ambientata nel ’43 quando gli americani preparano lo sbarco in Sicilia, l’evento che cambierà per sempre la storia della Sicilia, dell’Italia e della Mafia.
L’incontro con Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa e Linosa, dopo aver criticato duramente il regolamento di Dublino, che disciplina le modalità delle richieste di asilo nel nostro continente, ha commosso la piazza gremita con le sue parole dirette e profondamente umane: “Di accoglienza non si muore. Non possiamo permettere che continui quello che è un vero genocidio in mare. La frontiera nel Mediterraneo è fatta di posti bellissimi, ma deve comprendere anche la bellezza dell’accoglienza. Risvegliare un’idea positiva del Mediterraneo, perché così si costruisce il futuro, altrimenti moriremo con loro. Bisogna avere il coraggio di ammettere che non si tratta di un’emergenza immigrazione, è una questione epocale, e chissà per quanto tempo ancora durerà. La politica ha più paura delle persone, noi dobbiamo avere coraggio e credere in quello che il mediterraneo può continuare a essere. Lampedusa è italiana e profondamente siciliana e sta dimostrando che nonostante abbia salvato la vita a così tante persone, continua a fare accoglienza di frontiera senza danneggiare il turismo. Il turismo a Lampedusa non è scomparso, anzi continua a crescere, dimostrando che l’emergenza si può affrontare. Se ci siamo riusciti noi che siamo 6300, pochissimi, con tutte le nostre difficoltà legate ai territori insulari, ci può riuscire il sistema paese.”
Pubblico gremito anche all’incontro con Corrado Formigli e Andrea Vianello che in apertura dell’incontro hanno affrontato il tema del perché le storie di mafia e del Sud non si riescono a raccontare in Tv. Formigli e Vianello, incalzati da Savatteri, hanno concordato sul fatto che oggi in televisione l’analisi dei problemi che non offra soluzioni, non funziona, un intervento approfondito che duri più di due minuti crea problemi, è un segnale di una nevrosi allarmante. Invece, una serie come Gomorra, il racconto estremo della criminalità organizzata, paga sempre in termini di audience. Non poteva mancare in chiusura uno scambio di battute sull’opportunità di aprire i programmi tv al figlio di Totò Riina, ospitato da Bruno Vespa. E le critiche sono andate unanimi, non all’ospitata di per sé ma alla modalità con cui è stata condotta l’intervista.
La presentazione del libro di Giacomo Di Girolamo Contro l’antimafia (Il Saggiatore) a cui hanno partecipato insieme a Franco la Torre, storico, ambientalista, figlio di Pio La Torre, il sindacalista della CGIL, autore della legge antimafia che porta il suo nome e che introdusse nel codice penale il reato di associazione mafiosa e coordinato da Attilio Bolzoni (La Repubblica), è stata un’occasione per riflettere sull’antimafia, una categoria che negli anni ha imbarcato anche gente che con la mafia ci ha fatto qualche affare. Una sorta di antimafia di facciata, un fenomeno pericoloso perché imbriglia tra le magie di chi lotta davvero indubbie figure. Unanime la convinzione dei relatori sulla necessità di studiare il fenomeno mafioso: “L’anti mafia è uno specchio della mafia, se non riconosci il nemico, anche l’anti mafia che si è smarrita va a incontrare la mafia mascherata.”
Pubblico stregato al reading di Paolo Briguglia, in collaborazione con Confcommercio, “Un’ impresa libera….costi quel che costi”. La libertà di fare impresa declinata come libertà dal racket, dalla corruzione, dall’usura, dalla contraffazione, dalla violenza, attraverso una selezione di testi – di Thar Ben Jelloun e di Roberto Saviano, la lettera di Libero Grassi al “caro estortore” e una versione rivisitata, la lettera di Giorgio Ambrosoli alla moglie Annalori, testimonianze di vittime, curati da Daniela Floridia.
Antonio Calabrò, in occasione della presentazione del suo ultimo libro I mille morti di Palermo. Uomini, denaro e vittime nella guerra di mafia che ha cambiato l’Italia (Mondadori) ha aperto l’incontro con un commento alla drammatica contingenza siciliana, dove drammatici roghi stanno devastando la regione: “La Sicilia brucia di roghi dettati e favoriti dal caldo ma anche di roghi voluti da mani criminali, che mirano al vantaggio di rendere i terreni bruciati atti a facili speculazioni. Ci sono delle coincidenze che non si possono non notare. Moltissimi focolai sono avvenuti nelle montagne di Nebrodi, e vorrei ricordare che poco tempo fa il direttore del Parco è stato vittima di un tentato attentato perché ha voluto mettere becco negli appalti e nelle commesse. E poi lo scirocco si annuncia, quindi i roghi si possono prevenire. Ma ci vuole poco a dare fuoco agli animali che scappano e incendiano i boschi in più parti.” Il suo libro, nato dall’esigenza di fare il punto dopo trenta anni dal maxi processo, ci aiuta a ricordare e a mettere insieme vicende, volti e nomi che abbiamo sentito, la cui storia ricordiamo soltanto a pezzi. Storie di vite e morte che tutte insieme ci danno l’idea di cosa sia successo. 30 anni dopo, quanti hanno consapevolezza di cosa era Palermo quando era Beirut?
Posti in piedi anche all’incontro con Ignazio Marino, ex Sindaco di Roma Capitale che ha raccontato al pubblico di Lamezia Terme una serie di aneddoti raccolti nel libro che testimoniano l’incuria e il menefreghismo della gestione del Campidoglio, ma anche gli scandali che hanno attraversato il suo mandato, dalla Nuova fiera di Roma allo scandalo Ama. “I palazzinari mi hanno cacciato da Roma, soltanto nel primo mese del mio mandato, ho cancellato 23 milioni di metri cubi di cemento di progetti edili in periferia”.
Il magistrato Alfonso Sabella, ex assessore della Giunta Marino e capo di gabinetto in pectore del candidato del PD Roberto Giachetti, intervenuto a “Trame” per presentare il suo libro Capitale infetta. Si può liberare Roma da mafia e corruzione? (Rizzoli) ha voluto chiarire subito che da un punto di vista giuridico, lo scandalo che investe la candidata 5 Stelle Virginia Raggi, non pregiudica la sua eleggibilità. Anche se ha aggiunto “non c’è dubbio che abbia commesso un reato, non ha dichiarato in tempo di avere un incarico legale con oneri per la finanza pubblica, cosa obbligatoria per un consigliere comunale. Quando sarà indagata, capiremo se è colpevole o no”.
Tutto esaurito al Teatro Grandinetti per lo spettacolo che ha chiuso la 6° edizione del Festival: “Slurp. Lecchini, cortigiani & penne alla bava al servizio dei potenti che ci hanno rovinato” di e con Marco Travaglio e con Giorgia Salari, regia Valerio Binasco, un antidoto satirico per guarire – ridendo – dai virus del conformismo, della piaggeria, della creduloneria, dell’autolesionismo.
Tanti ancora gli ospiti, gli eventi e i temi affrontati dell’unico festival in Italia di libri sulle mafie. Grazie alla collaborazione dei 146 volontari che da tutta Italia sono venuti a Lamezia per rendere possibile questa 6° edizione, sul canale YouTube di “Trame Festival” è possibile rivedere i video degli incontri e le singole interviste a tutti gli ospiti che hanno partecipato.
Anche i social hanno segnato un forte aumento di visualizzazioni sulla pagina facebook (+300%), copertura di persone raggiunte +100% (24.163), copertura interazione post +150% (24360), followers +150% , interazione video +370% e il 700% di visualizzazioni in piú per pagina, Twitter ha avuto una crescita della visualizzazione pagina + 700% con oltre di 130.000 tweet nei giorni del festival.
Il lavoro della Fondazione Trame non si esaurisce nei giorni del festival, che sono i giorni della festa dei libri e della cultura, ma prosegue durante l’anno nelle scuole, tra le associazioni, nell’azione antiracket – perché Trame è “figlio” dell’associazione antiracket di Lamezia. Grazie anche ai gemellaggi con Pisa Book Festival, Noir Fest e Leggendo Metropolitano, “Trame” è diventato un presidio di cultura e legalità presente tutto l’anno, in Calabria e nel resto d’Italia, per costruire trame virtuose da opporre alle trame oscure del malaffare.
Trame.6
Direttore artistico: Gaetano Savatteri
Rapporti istituzionali: Armando Caputo
Coordinamento progetto: Tommaso De Pace
Coordinamento contenuti: Cristina Porcelli, Silvia Saitta
Immagine, ideazione e realizzazione grafica: Guido Scarabottolo
Fotografia: Mario Spada
Sito web: Kreativehouse
Coordinamento volontari: Letizia Rocca
Segreteria festival: Maria Immacolata Scimone
#TrameaScuola: Maria Teresa Morano, Fabio Truzzolillo
Ufficio stampa: Fiammetta Biancatelli, Maria Pia Tucci, Caterina Fanello, Antonio Pagliuso Bookshop: Maria Mercuri, Teresa Matera
Autisti: Nicola Di Cello, Pasqualino Romano, Salvatore De Pace
Servizi informativi, redazione e supporto logistico-organizzativo: Le volontarie e i volontari di Trame.6