Kylian_Celis_Chaix

Kylian_Celis_Chaix

Le sensazioni che rimangono dopo aver visto la trilogia di  Jiri KYlian, Stijn Celis e Martin Chaix, sono difficili da cogliere, da catalogare. È come se mancassero le parole per definire i tre pezzi, tra loro diversi, ma con un filo conduttore, subdolo e intrinseco: il mondo è subdolo.

Quello che i tre coroegrafi mettono in scena, è la malvagità e la manipolazione a diversi livelli:  che sia Vergessenes Land (= La terra dimenticata) di Kylian, sulle musiche di Benjamin Britten,  der Wundersame Mandarin (=Il mandarino miracoloso/miracolato) di Celis sulle musiche di Bela Bartok o Feuervogel (=L’uccello di fuoco) di Chaix, sulle musiche di Igor Strawinsky.

In tutti e tre i pezzi, alla fine, è il lato più oscuro dell’uomo, quel buio morboso che l’uomo ha in sé, a dominare la scena e la storia: a nulla valgono gli sforzi che mirano ad una relazione armoniosa ed equilibrata.

Sarà proprio questo velo di tristezza impalpabile, rispecchiato dall’austerità essenziale della scenografia  ad instillare nello spettatore quell’irrequietezza che non lo abbandonerà per le due ore mezza (pause incluse) dello spettacolo.  Ma la leggerezza degli interpreti che, con giocosità mista a stupefazione, energia mista a spavalderia, nonché, anche, ai costumi dai colori chiari e decisi, che l’irrequietezza viene messa in discussione: esiste una speranza se si continua a sperare.

Girovagare per antri bui o corridoi sfalsati ci sarà sempre: importante è riuscire a trovare la giusta direzione con la giusta impostazione mentale.

Movimenti perfetti, coreografie fluide con poche sfumature, che, pur presentandosi moderne, attingono sostanzialmente alle figure del balletto classico. Un corpo di ballo unito ed eccellente, con forti solisti come Francesco Vecchione, Marioenrico d’Angelo, Randolph Ward e i due ballerini che lasceranno la compagnia per la prossima stagione, ovvero Ramon John e Masayoshi Katori. Tra le solite femminili un’accattivante Liliana Barros, che avremo il piacere di ammirare la prossima stagione come coreografa.

Aura estremamente magnetica quella di Saul Vega Mendoza nel ruolo del mandarino che, di morire, non ne vuole sapere.

 

Prossimi appuntamenti: 29 aprile; 3,8 e 21 maggio;  1 e 4 giugno; 14 e 16 luglio.

 

Elisa Cutullè

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