A chi non è capitato? Arriva quel momento in cui balena in mente quell’idea di chiedere un aumento di stipendio al proprio diretto superiore. In alcuni casi l’idea non è fattibile, perché l’aumento fa parte di una struttura fissa e non permettono certe elasticità. Ma, anche in questi casi, nulla impedisce alla nostra mente di delineraee il processo con cui chiederlo.
Secondo George Perec (1936-1982) chiedere l’aumento è una vera e propria arte e necessita di una buona preparazione, sia per quanto riguarda il giorno che l’ora, e, non da ultimo il modo.
Antje Thom, con il il supporto drammaturgico di Holger Schroeder, ha messo in scena per la Sparte4 del Saarlaendisches Staatstheater, la traduzione tedesca di Tobias Scheffel “Ueber die Kunst seinen Chef anzusprechen und ihm um eine Gehaltserhoehung zu bitten”.
Una scenografia scarna, essenziale, minimalistica, chiaro riflesso dell’essenzialità postguerra. I quattro impiegati interpretati da Gabriela Krestan, Saskia Petzhold, Klaus Meininger e Klaus Mueller-Beck, rimangono anonimi: per tutti i 90 minuti non si chiameranno mai per nome.
Sono impiegati anonimi che discutono delle modalità di come chiedere l’aumento: iniziano discussioni sulla fiducia, sui rapporti con le segretarie, sull’ambiente dell’azienda e il modo di trattare gli impiegati. Le insicurezze degli impiegati, li portano a prendere appunti su tutte le possibili strategie e decidere sulle diverse opzioni.
La scena finale, ahimè, dimostra che la paura di ricevere una risposta negativa, porta gli impiegati a rimandare continuamente la data fatidica per la richiesta dell’aumento a tale punto che gli stessi si ritrovano quasi alla pensione senza aver mai neppure tentato di effettuare il fatidico passo.
Perec, con l’assurdità di ripetizioni allitterazioni e cori estemporanei, mette chiaramente in evidenza l’insicurezza dell’animo umano e la difficoltà di uscire dal gregge. Momenti di ilarità non sono mancati: a volte, nella vita, bisogna ridere anche delle disgrazie.
Elisa Cutullè