Tropea autentico “porto del mondo” e cuore pulsante dell’integrazione e della condivisione. E’ stato un vero tripudio di ritmi, colori e costumi quello offerto dalla terza edizione di “Culture a Confronto”, il festival mondiale della cultura popolare andato in scena il 20 e 21 agosto nella suggestiva cornice della marina dell’isola in Calabria. All’evento hanno preso parte diversi gruppi folkloristici più rappresentativi delle diverse culture internazionali grazie al progetto ideato da Andrea Addolorato, direttore artistico del festival, con la conduzione curata egregiamente da Domenico Gareri per una produzione televisiva targata “Life communication” che godrà di una diffusione mediatica internazionale. “Culture a confronto” – patrocinato dalla Federazione Italiana Tradizioni Popolari – ha contribuito ad accendere i riflettori sulla Calabria come autentico punto di riferimento del turismo culturale da cui parte oggi un messaggio positivo ribaltando l’immagine spesso distorta di un territorio le cui potenzialità meritano di essere valorizzate e conosciute. La manifestazione è stata arricchita, inoltre, da significative testimonianze di carattere sociale, culturale e religiosa facendo proprio il messaggio di Papa Francesco volto a superare le barriere culturali spesso legate alla paura e alla scarsa conoscenza dell’altro. I vescovi calabresi, interpretando al meglio il senso autentico della propria missione spirituale e sociale, hanno dato vita ad un ideale abbraccio con il territorio offrendo un concreto esempio di integrazione e dialogo interculturale e coinvolgendo in maniera diretta le diverse comunità che ogni giorno sono parte integrante della Chiesa. L’evento ha rappresentato, inoltre, un importante momento di confronto sul tema delle migrazioni e del dialogo interculturale che, dal punto di vista strettamente scientifico, offre tuttora spunti di interesse al centro della ricerca antropologica e sociologica.
Nel corso della manifestazione è stato consegnato il premio “Culture a confronto”, realizzato dal maestro orafo calabrese Michele Affidato, ad alcune personalità e realtà distintesi maggiormente nel campo sociale, culturale e religioso a livello locale e nazionale: la Fondazione Migrantes, organo pastorale collegato alla Cei, per aver aperto la strada del dialogo interculturale valorizzando le diverse identità in un clima di pacifica convivenza. “Questa manifestazione – ha detto il direttore generale della fondazione, mons. Giancarlo Perego, nel ritirare il premio – è di grande attualità e in un momento in cui le culture vengono messe spesso una contro l’altra contribuisce a recuperare il valore del dialogo e del confronto. Il premio è uno stimolo a continuare sulla strada del grande lavoro portato avanti dalla chiesa per costruire le città del futuro”. Ad essere insignito del premio anche il giornalista del Tg2, Valerio Cataldi per aver saputo raccontare in presa diretta la realtà del Centro di prima accoglienza a Lampedusa denunciando le drammatiche condizioni in cui vivono i migranti approdati sulle nostre coste. “Quello delle migrazioni – ha detto Cataldi – è un tema che spesso viene usato per alimentare odio e intolleranza. Ancora oggi, nonostante i tanti preavvisi, non siamo preparati all’accoglienza, ma dobbiamo far capire all’Europa che dipende dalla responsabilità di tutti la vita di coloro che fuggono da morte certa nel proprio Paese”. La diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, per le mani del vescovo mons. Francesco Milito, è stata premiata per aver sostenuto la realizzazione del “Progetto Presidio” della Caritas Italiana alla tendopoli di San Ferdinando (Rc) contribuendo a promuovere la cultura dell’accoglienza, dell’ospitalità e dell’integrazione. “Un riconoscimento che ci spinge a fare meglio – ha commentato mons. Milito – e ad intensificare il silenzioso lavoro sinergico portato avanti in Calabria che, da sempre terra di emigrazione, rappresenta oggi un esempio di accoglienza”. Infine, a ricevere il premio “Culture a confronto” è stato il cantautore Franco Fasano, la cui celebre canzone “Da fratello a fratello”, già colonna sonora del Giubileo del 2000, è stata “adottata” dal Festival come inno laico che sottolinea il valore della musica e dell’arte quale strumento di aggregazione e condivisione. “Ho vissuto a Tropea – ha detto Fasano – due giorni straordinari facendo idealmente il giro del mondo attraverso la riscoperta delle tradizioni di ciascun popolo”.
Gli insigniti sono stati scelti dalla giuria composta da: mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace e delegato Migrantes della Conferenza episcopale calabra, che ha consegnato il premio speciale agli “Avorio africano” – gruppo composto da migranti originari di Costa d’Avorio e Nigeria e ospiti delle strutture di accoglienza di Briatico (Vv) – e ribadito l’impegno dei vescovi calabresi mirato a favorire la conoscenza dell’altro superando ogni paura; don Antonio Tarzia, una delle firme italiane più importanti, fondatore della prestigiosa rivista “Jesus”; Charlie Barnao, ricercatore di sociologia presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro; Benito Ripoli, Presidente nazionale della Federazione Italiana Tradizioni Popolari, e il sindaco di Tropea, Giuseppe Rodolico. La rassegna è stata istituzionalizzata dall’amministrazione comunale di Tropea, rappresentata dal sindaco Giuseppe Rodolico, accogliendo l’invito giunto da mons. Luigi Renzo, vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, e dalla stessa produzione. Significativo anche il gemellaggio con la trentesima “Estate internazionale del folklore e del Parco del Pollino” e con la città di Catanzaro, Capoluogo di regione.
Ad esibirsi sul palco sono state le seguenti formazioni rappresentative delle diverse culture: il Gruppo folk città di Tropea, il gruppo “Fundacion Raices de Colombia” della città di Santiago de Cali; l’istituto Shilpagya per le danze popolari e strumenti musicali della città di Ahmedabad (India); la formazione artistica e culturale “Huayra Muyoj” direttamente dall’Argentina; l’orchestra del Gruppo Miromagnum di Mormanno; il complesso “Goretz” ispirato alle danze popolari dell’Ossezia del Nord nella federazione russa; il “Ballet folklorico del Ateneo fuente universidad autonoma de Coahuila” proveniente dal Messico; il “Grupo cultural de danzantes de Tijeras” dal Perù. Ospiti d’eccezione gli “Avorio africano” che, grazie alla collaborazione dell’associazione di protezione civile “Monteleone”, hanno potuto dare vita ad un’esperienza artistica mirata all’integrazione e alla contaminazione.