Voce leader delle Puppini Sisters, Marcella Puppini, si recò la prima volta a Londra poco dopo la maturità e da allora vi vive, facendo musica. L’abbiamo incontrata per voi in occasione del suo concerto al 63simo Festival di Wiltz.
Dall’Italia all’Inghilterra: origine del viaggio
È stato un puro caso. Appena finito il liceo sono venuta in vacanza a Londra con nessuna intenzione di rimanerci. La mattina, dalla gioia, mi svegliavo cantando. Ero entusiasta e felice e non mi andava di ritornare a casa o all’università. Così ho preso la decisione di rimanere a Londra e sono andata alla St. Martin a studiare moda. Il mio desiderio di fare la musicista era presente da tempo ma, come si dice il Italia, c’era anche quell’idea fissa che bisognava prendere una laurea.
Come scuola di musica, a quei tempi, si poteva studiare quasi esclusivamente musica classica, che non era proprio nelle mie corde. Volevo però, ad ogni modo, fare qualcosa nel campo artistico così ho studiato, come detto, moda e poi sono andata a lavorare alla Vivian Westwood.
Un viaggio premio si è trasformato nella tua nuova vita. Come hanno reagito famiglia e amici alla tua decisione di rimanere a Londra?
Inizialmente con molto sgomento o forse incredulità. Non credo che mi abbiano presa così sul serio, convinti, forse, che da un momento all’altra sarei ritornata in Italia. In effetti non è che la mia fosse stata una storia di emigrazione ovvero una partenza con la decisione di rimanere volutamente all’estero. È stato un susseguirsi di eventi che mi ha portato a voler continuare a vivere là, e a cercare un lavoro dopo aver finto gli studi. Penso che a quel punto poi abbiano accettato la mia decisione e sono stati molto orgogliosi.
St. Martins e Vivienne Westwood: come è stato per te integrarti in queste due realtà?
È stato sicuramente un caso fortuito. Ho avuto la fortuna di essere una che non capiva tutta la competizione c’era dietro… se mi fossi resa conto quanto sarebbe stato difficile magari non ci avrei nemmeno provato. La difficoltà non mi è nemmeno venuta in mente.
Studiare moda è stato un po’ un capriccio. Passavo dalla St. Martisn e ho visto uscire degli studenti che mi ricordavano quelli della serie televisiva Saranno Famosi. Fu in quel preciso istante che decisi di voler essere una di loro. Vedevo già il collegamento tra la musica e la moda, fortissimo, sebbene non avessi un piano preciso. Potremmo dire che fosse un’intuizione.
Quando è avvenuto il passaggio dalla musica come passione alla musica come lavoro?
Ammetto che era il mio piano già dall’inizio. Da piccola suonavo il pianoforte e poi, più tardi, mi sono appassionata dell’opera e del jazz. Ho sempre cantato ed era sempre il mio sogno fare la cantante. Quando ero a scuola a Bologna partecipavo già ai concerti in piazza, anche s enon sapevo ancora come strutturarlo come progetto lavorativo. Quando però poi, lavorando alla Vivian Westewood, ero sistemata, per così dire, è scattato qualcosa in me che mi ha fatto pensare: adesso o mai più. C
Così ho mollato il mio lavoro alla Vivian Westwood. Con il senno di poi, ammetto, è stata una decisione molto incosciente, anche se dopo si è rivelata una decisione fortunata. Mi ricordo ancora il momento preciso: ero a prendere un caffè con il mio migliore amico (che è rimasto tale) e gli confidavo di come fossi frustrata dal fatto di non poter fare di più con la musica perché il lavoro mi assorbiva troppo. Al che lui mi rispose che era inutile rimuginare ma che dovevo prendere una decisione. Quel giorno mi sono dimessa, eppure non avevo ancora un piano di cosa sarebbe successo di me. Sentivo però che era il momento di rischiare per inseguire il mio sogno e farlo diventare realtà.
Da lì alle Puppini Sisters- Come è stato il percorso?
Una volta lasciata la Vivian Westwood ho dovuto inserirmi nel mondo musicale di cui, lo ammetto, non sapevo niente. Sono andata al Trinity College dove ho studiato 4 anni di canto, composizione etc. e, dopo la laurea, ho deciso di mettere insieme un gruppo canoro perché ho sempre avuto la passione del canto a più voci. In quel periodo vidi anche un film, o meglio un lungometraggio animato, Appuntamento a Belleville, in cui ci sono tre gemelle che cantano le canzonette. Mi sono innamorata del look e della musica facendo un gruppo mio, appunto le Puppini Sisters. Le due compagne originali erano anch’esse studenti del Trinity College. In seguito una se ne è andate ci sono stati altri cambiamenti. L’ultima aggiunta, Emma Smith, ha studiato alla Royal Academy of Music, quindi viene dallo stesso background.
La vostra missione, quando fate musica è….
… mettere la gente di buonumore. Lo swing, in sé, è una musica che eccita in maniera felice, buona. L’impasto vocale è una cosa che trasmette felicità al pubblico.
Qualcosa sulle vostre tournee.
In Italia abbiamo studiato a Milano, Bologna, Roma ma anche nel sud come Sicilia e Puglia. L’accoglienza ricevuta dipende dalla città: i milanesi sono più sofisticati e meno dimostrativi magari. Ma gli Italiani in generali sono molto aperti di mentalità. L’accoglienza in posti in cui non ci conoscevano è stato sempre eccezionale.
Il nostro apice è stato al Coco di Camden, in cui abbiamo fatto uno show più articolato del solito. Stiamo progettando di ricominciare a fare questo tipo di show, più teatrale e più beaudevilleana da portare l’anno prossimo in tutta Europa.
Prossimi progetti?
Stiamo lavorando a un nuovo album, finanziato in parte attraverso il crowdfunding che includerà il solito stile delle Puppini Sisters ovvero la rielaborazione di alcuni classici pop combinati a delle canzoni nostre. L’idea è di fare un album “a due facce”: una quella per cui siamo conosciute con il gruppo acustico e l’altra faccia con versioni remix più da club.
Un sogno e un palco nel cassetto?
Come palco il Carnegie Hall di new York e il sogno nel cassetto, che si sta avverando, è quello di andare in concerto in paesi ancora nuovi per noi come il Giappone in è appena uscita la raccolta dei nostri 4 album. In altre parole: conquistare il mondo con lo swing.
Elisa Cutullè