Nuovo Direttore- Nuovi Mondi

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Emblematico il titolo del secondo concerto sinfonico dello Staatstheater di Saarbrücken. “Neue Welten (= Nuovi Mondi) è il concerto che ha intenzione di mostrare la visione che alcuni musicisti e, nello specifico del concerto di novembre, Gershwin, Korngold e Dvorak.

Diverso dal solito anche l’inizio: Nicholas Milton, il nuovo Direttore Generale, di origini australiane, ha salutato il pubblico, ringraziandolo per la numerosa presenza e la calda accoglienza che gli è stata riservata. Ha anche minacciato, se così si può dire, di ricordarsi delle persone e di essere in grado di riconoscerle in una prossima occasione.

Quello che dai pochi minuti della presentazione si è potuto capire, è che questo nuovo personaggio ha i piedi per terra: niente allure da star, ma trasmissione genuina della sua passione per la musica.

Il concerto inizia con “An American in Paris” die Gershwin: 20 minuti in cui gli spettatori vengono rapiti dalla Congresshalle e portati nell’America dei film degli anni 50. Un ritmo frenetico della grande città che fa ancora fatica ad abituarsi al traffico che però vien addolcito da un modo diverso di prendere la vita: note di jazz e swing richiamano alla mente i blockbuster hollywodiani dell’epoca e culminano, nella stessa ottica, con un finale grandioso e perfetto che lascia un po’ l’amaro in bocca quando non si vede apparire in scena il grande Gene Kelly.

Toni diversi invece quelli di Erich Wolfgang Korngold, di cui viene presentato il concerto per violino op 35 in Re maggiore della durata di 25 minuti,

Per questo pezzo l’orchestra si riduce a archi, fiati, tamburo, pianoforte e xilofono e accoglie la solista internazionale Hyeyoon Park, detentrice di diversi riconoscimenti internazionali come, per esempio il Borletti Buitoni Trust Ward nel 2012. La solista mette subito in mostra il suo talento giocando con le note e alternando giochi leggeri a ritmi andanti. È quasi come se il violino, nelle sue mani, prendesse vita e cominciasse a riflettere autonomamente su cosa significano gli Stati Uniti e il mito America. C’è l’amore per la novità, il nuovo mondo nel secondo movimento, mentre nel terzo sono i ritmi della cavalcata nella prateria ad essere protagonisti.

Il finale, magnificente, riafferma la visione di uno stato forte, deciso e multisfaccettato.

In risposta al chiaro gradimento del pubblico, la violinista offre un bis (che nulla ha però a che fare con il tema della giornata). Si tratta della “Gavotte en rondeau” della partita n°3 di Bach eseguita con maestria e grande interpretazione.

 

Dopo la pausa la protagonista è la Sinfonia numero 9 op. 95 in Mi minore di Antonin Dvorak, “Aus der neune Welt” (= dal nuovo mondo).

50 minuti in cui l’intera orchestra inizia con toni molto soavi per proseguire in un passaggio allegro quasi a voler sottolinear l’impatto impalpabile, ma al contempo tangibile di una nuova grande nazione. Nel secondo movimento il pensiero viene ricondotto alle grandi praterie. Si tratta della scoperta di un nuovo mondo, ma non irruenta: sembra ricordare un ingresso in punta di piedi, rispettose del presente e non aggressivo. Nel terzo movimento si delinea chiaramente la sicurezza dei conquistatori: niente più accortezza ma chiare idee su cosa e come lo si vuole raggiungere. Nel quarto movimento ritorna la grandezza cadenzata e l’accento si sposta sui fiati che riescono a fornire un grandissimo finale, davvero American Style.

Per ringraziare il pubblico Milton presenta una versione breve e ben riuscita dei “slawische Tänze” di Dvorak”.

 

Elisa Cutullè

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