Si sa ancora poco sulle possibili origini dell’autismo. Secondo recenti studi sembrerebbe che ci possa essere una “triade” dietro questi disturbi. Ovvero l’interazione tra fattori genetici, ormonali e ambientali potrebbe generare comportamenti autistici. Disturbi che sono in crescita a livello globale. Un report del «Centre for Disease Control» degli Stati Uniti svela che un bambino su 68 sarebbe affetto da autismo. Con un aumento del 30% rispetto al 2012. In Italia il dato ufficiale reso noto dal ministero della Salute parla di 2,5 casi ogni 1.000 bambini. Dati meno preoccupanti, ma in aumento. Una crescita che si spiegherebbe principalmente con il progresso medico che ha permesso significativi passi avanti sul versante della diagnosi. Ma anche in virtù di un importante lavoro di sensibilizzazione, che ha permesso di aumentare la conoscenza dell’autismo e dei suoi sintomi.
Di questo e molto altro si parlerà al 4° convegno internazionale «Autismi», in programma il 14 e il 15 novembre al Palacongressi di Rimini e organizzato dal Centro Studi Erickson di Trento. Nella città romagnola sono attese più di 800 persone provenienti da tutta Italia per discutere di autismo: dell’importanza di una diagnosi precoce e di un’attività di sensibilizzazione capillare.
I relatori.
Sarà Fred R. Volkmar, professore di psichiatria infantile, pediatria e psicologia alla Yale University, l’ospite speciale dell’evento. Uno dei più autorevoli studiosi a livello internazionale, che porterà il suo contributo durante la sessione plenaria di sabato pomeriggio. Non meno importante è il nome di Giacomo Vivanti, ricercatore presso La Trobe University di Melbourne e grande conoscitore della vita di persone con autismo, anche per la sua esperienza diretta: ha due fratelli autistici. Quindi saranno presenti Maurizio Arduino (Responsabile Centro Autismo e Sindrome di Asperger di Cuneo) e Dario Ianes (Libera Università di Bolzano e co-fondatore del Centro Studi Erickson), che fanno parte della direzione scientifica del convegno. Venerdì mattina interverrà anche Gianluca Nicoletti, giornalista e scrittore, autore del libro “Alla fine qualcosa ci inventeremo” (Mondadori), mentre sabato pomeriggio Giorgia Würth, autrice del libro “L’accarezzatrice” (Mondadori), parlerà di Gioia e della sua esperienza professionale di assistente sessuale in Svizzera.
I temi.
Diagnosi, interventi precoci nella prima infanzia, scuola, lavoro, sessualità: sono alcune delle questioni sulle quali gli esperti saranno chiamati a confrontarsi nelle due sessioni plenarie e nei 21 workshop in programma. Saranno affrontati anche dei “tabù”, come quello dell’assistenza sessuale e delle sue possibili applicazioni in Italia.
Ecco una selezione dei principali workshop del convegno.
Workshop 3. Dare un senso al sesso: affettività, sessualità e assistenza sessuale
Venerdì 14 novembre, 14.00-18.30
Gli aspetti legati all’affettività nei bambini con disturbi dello spettro autistico e allo sviluppo sessuale negli adolescenti e negli adulti sono spesso poco considerati. Solo negli ultimi anni se n’è iniziato a parlare. Il tema della sessualità delle persone con gravi difficoltà è molto delicato ed ha acceso la discussione sul ruolo dell’assistente sessuale. Una figura professionale, del tutto nuova per l’Italia, che esiste già da tempo in altri Paesi e si occupa della sessualità delle persone disabili o neurodiverse.
Workshop 5. Tecnologie a supporto della comunicazione e delle autonomie nell’autismo.
Venerdì 14 novembre, 14.00-18.39
In che modo le tecnologie informatiche possono essere di supporto negli interventi legati all’autismo, migliorando la qualità della vita? Le potenzialità delle nuove tecnologie possono essere sfruttate in diversi ambiti: da quello più tradizionale dell’apprendimento scolastico (ad esempio attraverso la multimedialità) a quello, in costante evoluzione, della comunicazione aumentativa e alternativa.
Workshop 9. Come apprendono i bambini con disturbi dello spettro autistico? Eye-tracking per capirlo a colpo d’occhio.
Sabato 15 novembre, 9.00-11.00
Molte persone con autismo hanno difficoltà ad apprendere le abilità e i comportamenti necessari per orientarsi nella complessità della vita adulta in modo indipendente. Queste difficoltà traggono la loro origine nell’infanzia. Ma qual è la natura di queste difficoltà? É possibile facilitare l’apprendimento sociale nei bambini con disturbi dello spettro autistico? Una serie di studi recenti ha iniziato a fare luce su queste importanti (e finora irrisolte) questioni grazie all’introduzione della tecnologia dell’eye-tracking: un sistema di telecamere a raggi infrarossi che permette di effettuare un’analisi precisa del focus attentivo del bambino.
Workshop 12. La sussidiarietà: l’importanza delle associazioni familiari nella costruzione della rete degli interventi.
Sabato 15 novembre, 9.00-11.00
In questi ultimi anni si è sviluppato un sempre maggior numero di iniziative promosse e condotte da gruppi o associazioni di familiari. Pur nella necessità di richiamare costantemente le istituzioni pubbliche alla soluzione di quelle forti carenze sanitarie e sociali che contraddistinguono ancora la realtà degli interventi per le patologie autistiche, le associazioni familiari possono già mostrare ricche e significative espressioni del loro diretto impegno alla soluzione dei problemi.
Workshop 19. Il lavoro come strumento per l’integrazione delle persone con disturbi dello spettro autistico.
Sabato 15 novembre, 11.30-13.30
Affrontare il tema del lavoro vuol dire comprendere che una persona con disturbi dello spettro autistico diventa adulta, non solo dal punto di vista anagrafico, e che va sostenuta adeguatamente nel suo percorso di crescita. Per andare a lavorare, infatti, bisogna sentirsi adulti e, lavorando, si continua a costruire la propria identità. È necessario quindi costruire un percorso, prima e durante l’esperienza lavorativa, che aiuti i giovani con disturbi autistici a riconoscersi adulti e a comportarsi come tali, a imparare prima a lavorare e a eseguire un lavoro specifico.
Workshop 20. Asperger talk show
Sabato 15 novembre, 11.30-13.30
Da «Porta a Porta» a «Ballarò» a «La Gabbia», i talk show rappresentano il peggio che si possa proporre a una persona con sindrome di Asperger: voci sovrapposte, applausi, musiche, momenti comici, battute, allusioni… Come potrebbe essere costruito un talk show per Asperger? Cosa può emergere mettendo a confronto, come in un talk show, persone Asperger?
Il film.
Nella mattinata di venerdì 14 novembre sarà proiettato uno spezzone del film «Ocho pasos adelante», di Selene e Sabrina Colombo, che ha ricevuto diversi riconoscimenti in Argentina. Racconta la vita di sei bambini residenti a Buenos Aires e affetti da disturbi dello spettro autistico, osservando questa problematica dal punto di vista dei bambini stessi. Un viaggio in un mondo ancora poco conosciuto, per abbattere le barriere dell’ignoranza e sensibilizzare sull’argomento.
La frase.
«Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che è normale per altre persone non è normale per me, e quello che io ritengo normale, non lo è per gli altri». Jim Sinclair, autistico