3. Concerto sinfonico del Gürzenich Orchester-Köln

Jacquelyn_Wagner_c_Mary_DuPrie2(c) Mary DuPrie

Un concerto sinfonico è sempre una bella sfida. Come afferma Hartmut Lück i gusti dei diversi protagonisti sono a volte antitetici: c’è il solista che vorrebbe essere perennemente in scena e mettere alla prova la sua bravura, il direttore propende più per una sinfonia conclusiva che rimanga nel ricordo del pubblico e gli organizzatori, invece, vorrebbero muoversi più sul contemporaneo, almeno all’inizio, per attrarre il pubblico non usuale.

Il terzo concerto sinfonico dell’orchestra è, come ricorda Hartmut Lück, un concerto che può soddisfare dei desideri antitetici. Il concerto, dedicato al ricordo dei defunti e alla pienezza della vita, è infatti un concerto sinfonico composto da stili diversi, ma che, in maniera unica, riescono a creare un insieme perfetto.

Si inizia con la composizione “Stele di Györgi Kurtàg, musicista di origini ungheresi che dal 1993 al 1994 si trovava presso la Berliner Phihamorniker come Composer in Residence. Ed è proprio per loro che, nel 1994, e in particolare per l’allora Direttore Generale Claudio Abbado, che Kurtàg compose quest’opera piena di dissonanze, che crea ansie e tensione e che è pervasa da una maestosità e da una pesantezza che lascia all’ascoltatore un senso di grandezza e magnificenza. È un pezzo che richiede il massimo impegno da parte di tutta l’orchestra e che porta i contrabbassi, nella foga dell’interpretazione, ad addentrarsi e identificarsi così tanto nel tempo da sembrare quasi volare dalla sedia. L’opera, della durata di 13 minutiviene conclusa con un finale troco, staccato e perfetto che non lascia vibrare nulla. Riporta immediatamente alla mente dello spettatore la stele: secca irta, maestosa e presente.

 

Alla composizione di Kurtàg segue una brevissima composizione, di appena 5 minuti, di Wolfgang Amadeus Mozart “Mauerische Trauermusik”, che lascia in scena, come musicisti, solo gli archi e i fiati. Quest’opera, scritta inizialmente per coro maschile e orchestra solo alcuni mesi dopo la sua creazione vide la versione presentata nella Philharmonie in cui le parti del coro, viene affidate ai fiati (oboe e clarinetti). È una composizione breve, ma estremamente cromatica che evoca tristezza e speranza. La musica accarezza e dimostra il forte sentimento provato in occasione di un lutto. Non si lascia sopprimere dal dolore, ma, con l’armoniosità della conclusione, sembra suggerire che la morte sia un aspetto fondamentale della vita.

 

Prima della pausa il pubblico ha la possibilità di ascoltare il soprano Jaqueline Wagner che canta “Vier letzte Lieder” di Strauss. In realtà non si tratta di poesie scritte da Strauss stesso, bensì della trasposizione musicale di tre poesie di Herman Hesse (Frühling. September, Beim Schlafengehen) e una die Joseph von Eichendorff (Im Abendrot). È a questo punto che l’alone della ricordo die defunti deve lasciare spazio alla lode della vita, nelle sue diverse stagioni e sfaccettature. Il soprano, dopo un inizio un po’ sottovoce e timido, acquisto sicurezza e confidenza, riuscendo a trasmettere con note cristalline i sentimenti connessi ai 4 pezzi. In Frühling i toni sono sinfonici, leggerei e armoniosi mentre in September si passa ad un ritmo più posato con tonalità più autunnali e calde. Beim Schlafegehen rievoca il romanticismo connesso alle atmosfere serali: è un misto tra relax, pensieri positivi, eterei e una conclusione vibrata.

La trasposizione del pezzo di von Eichendorff è invece maestosa, con accenni di pomposità con alcune fughe che riportano alla colonna sonora di Via col vento, mentre il finale riporta una conclusione sostenuta.

 

La seconda parte, dopo la pausa, è dedicata interamente alla sinfonia Nr. $1 KV 551 di Mozart con una formazione di soli fiati, archi e tamburo. I toni di questa composizione sono chiaramente mozartiani e ne ripongono alcune caratteristiche salienti come l’atmosfera dal gran ballo e festa, caratterizzata da crescendi e allegretti che pervadono l’opera.

Alejo Perez, il giovane argentino che ha diretto questo concerto, ha dimostrato la sua bravura, professionalità e umiltà nel suo lavoro: continuamente in giro per l’Europa è stato anche In Francia, alla Berliner Phiharmoniker ma anche al Teatro dell’Opera di Roma.

Merita menzione l’iniziativa Go-live dell’orchestra. È infatti possibile acquistare i CD con la registrazione del concerto il girono stesso del concerto. Appena dopo la conclusione, CD o concerto in formato MP3 vengono messi a disposizione del pubblico per permettere loro di poter continuare l’esperienza concertistica anche dopo il concerto. Un modo moderno per rendere la musica classica fruibile a tutti.

Elisa Cutullè

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