
Viviamo in una società che privilegia spesso la leggerezza e la gratificazione immediata, a scapito della profondità. Una società profiteroles: elegante in superficie, ma priva di struttura.
Ci muoviamo tra mousse, creme e glassature, perdendo il senso del peso. Ma senza peso non c’è direzione. Ecco perché oggi, forse più che mai, serve un filo a piombo: per ricordarci che l’altezza delle aspirazioni richiede la profondità delle fondamenta. In un tempo attraversato da crisi sovrapposte e direzioni confuse, questo libro è un invito a ritrovare un centro. Il filo a piombo del XXI secolo si presenta come una bussola costruita attorno a dieci parole-valori – definite fibre – che offrono orientamento in un mondo instabile: Consapevolezza, Organizzazione, Spontaneità, Transfert Learning, Ribellione, Unire i puntini, Immaginazione, Ridurre, Empatia, Complicità. Il filo a piombo, dunque, non è solo uno strumento tecnico: è una metafora concreta di verticalità, coerenza e orientamento. Fabio Millevoi, in dialogo con Marco Bertuzzo, Fabrizio Capaccioli, Andrea Dari, Sandro Fabbro, Roberto Gasparetto, Cecilia Hugony, Silvia Ricci, Corinna Rossi, Alberta Piselli, intreccia filosofia, pensiero sistemico e immaginazione, offrendo non risposte preconfezionate, ma strumenti per costruirle. Un manifesto gentile per chi vuole fermarsi, ritrovare un centro e ricominciare a costruire qualcosa che abbia direzione e senso. Perché senza una meta, il viaggio diventa vagabondaggio. Il libro si completa con Filo2035, un gioco di carte narrativo che stimola la progettazione di futuri desiderabili, coinvolgendo lettrici e lettori in un percorso attivo e creativo.
Fra consigli, riflessioni, condivisioni di pareri e dialoghi, aneddoti e citazioni, la prosa di Millevoi scorre con eleganza non accademica, alternando slanci poetici a pragmatismo imprenditoriale in un equilibrio raro che rende il libro godibile tanto per il filosofo quanto per il capocantiere, senza mai cadere nella banalità o nell’ermetismo. È come assistere a una conversazione tra un sociologo e un mastro costruttore, con la differenza che qui le parole non restano sospese in aria, ma si trasformano in mattoni con cui edificare il futuro. (dalla prefazione di Maria Chiara Voci)
FABIO MILLEVOI (Trieste, 1958), direttore di ANCE Friuli Venezia Giulia per professione e futurista per necessità, consegue la laurea in giurisprudenza nella sua città e il Master in previsione sociale a Trento. Docente a contratto in Futures studies e Sistemi anticipanti nel Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste, con Graphe.it ha pubblicato Breve storia sui futuri della casa (2023).
