Il Cerchio Sacro è il simbolo più gravido di significati per gli Indiani delle praterie. I Lakota-Sioux credettero di perderne la protezione quando, nel dicembre del 1890, il settimo cavalleria massacrò la tribù di Big Foot a Wounded Knee. Per onorare la memoria dei caduti e ricomporre l’armonia perduta del Cerchio Sacro centinaia di Sioux, nel 1990 insieme a Cheyenne e Arapaho, percorsero a cavallo quasi 300 chilometri tra bufere di neve e temperature glaciali. Con loro c’era anche l’autore di questo libro, unico giornalista televisivo italiano autorizzato dai Lakota a filmare quell’impresa straordinaria. Ne scaturirono un reportage televisivo per il Tg2 e un saggio, pubblicato da Vallecchi, giunto ora alla sua terza edizione e divenuto un libro di culto per gli appassionati della storia e dei costumi degli Indiani d’America. Un libro che non racconta soltanto il glorioso passato dei Lakota-Sioux e la loro stupefacente visione del mondo, ma anche le delusioni, le speranze e le battaglie presenti per favorire la rinascita di un popolo che ha ancora molte cose da insegnare a chi ha trasformato il mondo in un grande supermercato da saccheggiare.
Alla fine, rimane il sussurro di un popolo che l’uomo bianco non ha voluto capire perché troppo diverso, troppo semplice, troppo naturale, in definitiva troppo umano. Dimenticare e «integrare», cioè, diluire, assimilare, questo è il percorso su cui si è sviluppato e si sviluppa il genocidio definitivo dei nativi americani. Per questo la narrazione di Aldo Giorgio Salvatori è un prezioso canto di denuncia, di resistenza, di amore e di testimonianza per una cultura e una storia che non devono finire nell’indifferenza di un’opinione pubblica manipolata e sottomessa dai signori delle banche e delle bombe. Una resistenza difficile, che deve radicalizzarsi su pochi baluardi: mantenere la lingua viva, il cibo, la musica, la danza, l’arte, l’artigianato dei nativi e quelli sì mischiarli e diffonderli in ogni ambiente, in ogni nazione, affinché chiunque si riconosca in quei valori li possa vivere e partecipare. (dalla postfazione di Sergio De Caprio)
Aldo Giorgio Salvatori, giornalista e scrittore, è direttore della rivista Myrrha, il Dono del Sud. Per oltre trent’anni ha lavorato in Rai nelle redazioni Ambiente e Cultura del TG2. Suoi articoli sono stati pubblicati su Il Globo, Panorama, Airone, Natura Oggi. Per i suoi reportage ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra i quali il premio Italia Nostra e l’Airone d’Argento di Giorgio Mondadori. Ha insegnato Tecniche della comunicazione di massa, dal 1999 al 2003, nella facoltà di Scienze Ambientali dell’Università della Tuscia. È presidente dell’Associazione Italiana Wilderness. Tra i suoi libri ricordiamo Butteri (Sica, 2003), Il patto coi Lupi (Innocenti, 2020), Naufragio nel Contromondo (Solfanelli, 2022), Ladri di Orizzonti (GFE, 2024).