
«Il paesaggio non si guarda, ma si fa. E se talvolta ci fermiamo ad ammirare le forme dei campi, le file degli alberi o le curve delle colline è perché l’uomo, nei secoli, ha saputo coniugare l’utilità con la bellezza».
Il cibo è un sistema di valori culturali e una sorta di grammatica della natura: non basta assaggiare un piatto per comprenderlo appieno, così come a uno sguardo distratto sfugge il significato profondo di un paesaggio.
Questa piccola dissertazione storico-geografica rivela come lo spirito e la cultura dei luoghi si materializzano in gusti, sapori, odori. E viceversa. Quello di Montanari è un invito a scoprire che la relazione fra terra e cibo, geografia e cucina, è un racconto che parla di identità, cura, relazione, innovazione, in un fitto intreccio che dà forma al territorio che abitiamo e significato ai sapori che amiamo.
Massimo Montanari è professore emerito all’Università di Bologna, dove ha fondato il Master in Storia e cultura dell’alimentazione. È riconosciuto come uno dei maggiori esperti internazionali in questo campo e i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo. Tra questi: Il cibo come cultura (2004), Il mito delle origini (2019), Amaro (2023). Per il Touring Club Italiano ha curato il volume I paesaggi del cibo (2015).