Cosa amano leggere coloro che trascorrono la loro vita scrivendo? Di quali storie si sono nutriti da bambini, con quali libri hanno costruito la loro identità di autore? Quali sono i romanzi famosi che avrebbero voluto scrivere? E quali i “classici” che non sono riusciti a finire o non hanno letto? Domande secche, risposte dirette. A narratori, poeti, critici, saggisti, giornalisti di fama e di talento. Le interviste di Davide Barilli pubblicate nella rubrica #altrepagine della “Gazzetta di Parma” ispirata a quella del “Guardian” Books that made me, – comparsa sulle pagine culturali della Gazzetta di Parma per oltre un anno, dal 9 maggio 2020 al 31 luglio 2021 – diventano un libro.
«Tutte le interviste sono incentrate sui libri, non solo come strumenti di lavoro o “officina”, ma come libri del cuore – afferma Barilli – e oggetti fisici da ricordare, da toccare, da annusare, da spostare. Pagine che hanno segnato dentro, fin da da ragazzo, oppure occasioni mancate: libri come emozioni in cui specchiare la propria vita». La rubrica non a caso è nata mentre eravamo in smart working, ovvero nel pieno del contatto a distanza. «Ho rispolverato un’idea che avevo da tempo, ovvero proporre a una serie di autori le stesse domande, In modo da costruire attraverso le risposte individuali un percorso comune, collettivo da cui emergessero differenze di gusto, di esperienze, di approcci».
Ispirata alla seguitissima rubrica del Guardian e al suo aplomb britannico di pagina senza fronzoli, nel segno di un giornalismo culturale di taglio informativo, #altrepagine rimanda non ad un astratto altrove ma a un qui e ora, a un gioco di memoria, a riflessioni su quali e quanto certe letture hanno influenzato e indirizzato, ma anche a idiosincrasie, al recupero di titoli ingiustamente rimossi, al rapporto fisico con i libri. L’idea è stata di coinvolgere i sessanta intervistati in un gioco di memoria, di dimenticanze, di scelte (sia in positivo che in negativo): un luogo in cui confessarsi, aprendo le segrete della propria officina letteraria, sbirciando nel laboratorio personale, mettendo in campo i propri strumenti di lavoro. Ne è venuta fuori una mappatura geografica che percorre la penisola, con autori scelti non secondo criteri generazionali, un catalogo anomalo che in oltre un anno ha coinvolto nomi non scontati o mainstream. Da qui la scelta di optare per un questionario, strumento asettico alieno da compiacimenti tra intervistatore e intervistato. Niente domande legate al mainstream, niente promozione nascosta. Vincolo del questionario è stato ammettere, dire la verità, confessarsi. Con la sincerità che si deve a un’interrogazione.
Elenco completo degli intervistati:
Carlo Lucarelli – Guido Conti – Filippo Tuena – Valerio Varesi – Angelo Ferracuti – Alberto Garlini – Bruno Arpaia – Vanni Santoni – Beppe Sebaste – Alessandro Zaccuri – Francesco Permunian – Romana Petri – Ermanno Cavazzoni – Novita Amadei – Vincenzo Pardini – Marco Ferrari – Maria Attanasio – Luca Ricci – Antonio Riccardi- Alessandro Raveggi – Gene Gnocchi – Raul Montanari – Mario Ferraguti – Loredana Lipperini – Paolo Nori – Davide Bregola – Andrea Di Consoli – Fulvio Abbate – Gaia Servadio – Eraldo Affinati – Simona Vinci – Carmine Abate – Aurelio Picca – Lisa Ginzburg – Paolo Di Paolo – Gabriele Dadati – Antonella Cilento – Giulio Mozzi – Andrea Caterini – Sandro Campani – Gianluca Morozzi – Matteo Marchesini – Ugo Cornia – Omar Di Monopoli Walter Siti – Milena Agus – Bernardo Valli – Leo Ortolani – Michele Guerra – Bruno Rossi- Carlotta Sorba – Liliana Rampello – Nino De Vita – Maurizio Chierici – Maria Pia Quintavalla – Vittorio Gallese – Chiara Valentini – Mariolina Bertini – Alberto Bertoni – Daniela Marcheschi
Pagine 356, prezzo 19,00 euro
Oligo editore
Davide Barilli, classe 1959, fino al 2021 giornalista culturale della “Gazzetta di Parma”, proviene da una stirpe di artisti parmigiani. Tra i suoi libri di narrativa ricordiamo: Musica per lo zar, La casa sul torrente (entrambi per Guanda), Le cere di Baracoa (Mursia), Cuba. Altravana (Perrone) – questi ultimi due finalisti al Premio Fabriano –, La nascita del Che (Aragno; secondo al Premio Chiara).