ULISSE di JOYCE – FINALISTA PREMIO NAPOLI PER LA TRADUZIONE

Ulisse di James Joyce, sin dal giorno della sua pubblicazione – il 2 febbraio del 1922, quarantesimo compleanno dell’autore – era destinato a mutare radicalmente le sorti della letteratura contemporanea. Il romanzo è la cronaca di un giorno reale, un inno alla cultura e alla saggezza popolare, e il canto di un’umanità rinnovata. L’intera vicenda si svolge in meno di ventiquattro ore, tra i primi bagliori del mattino del giugno 16 giugno 1904 – data in cui Joyce incontra Nora Barnacle, la futura compagna di una vita, che nel tardo pomeriggio dello stesso giorno lo farà «diventare uomo»… – fino alle prime ore della notte della giornata seguente. Il protagonista principale, l’ebreo irlandese Leopold Bloom, non è un eroe o un antieroe, ma semplicemente un uomo tollerante, di larghe vedute e grande umanità, sempre attento verso il più debole e il diverso, e capace di cortesia anche nei confronti di chi queste doti non le userà con lui. Gli altri protagonisti sono il giovane intellettuale Stephen Dedalus, brillante ma frustrato dalla vita e dalle forze politiche e religiose che lo costringono – già personaggio principale del libro precedente di Joyce, Dedalus. Un ritratto dell’artista da giovane – e infine Molly Bloom, la moglie di Leopold, vera e propria regina del romanzo. Alla fine del libro, stesa sul vecchio letto scricchiolante, Molly sarà intenta a riflettere – in un monologo di più di ventimila parole non scandite da punteggiatura – sulla giornata appena trascorsa, sul suo tradimento del marito, su ogni ricordo del passato, e sui potenziali futuri immaginati. Figura dalla solida corporeità, Molly è una donna gloriosamente istintiva, ma anche resistente a una qualunque forma di caratterizzazione categorica. Ulisse è un romanzo della mente: i suoi monologhi interiori e il flusso di coscienza sono una vera e propria versione moderna dei soliloqui amletici. Si insinuano gradualmente nelle trame dell’opera, fino a dissolvere ogni limite tra narrazione realistico-naturalista e impressione grafica del pensiero vagante. «Chiunque legga l’Ulisse può dichiararsi un esperto», spiega Declan Kiberd. Ulisse è un testo che sembra dettare le condizioni della propria lettura, tracciando i profili fluidi dei suoi possibili lettori.

 

Enrico Terrinoni è professore associato di Letteratura inglese all’Università per Stranieri di Perugia. Autore di numerosi scritti su Joyce e la letteratura irlandese, ha ottenuto varie fellowship internazionali presso University College Dublin, Indiana University, e Trinity College Dublin. Co-dirige la «Internationalist Review of Irish Culture». Ha tradotto Muriel Spark, Brendan Behan, G. M. Flynn, B.S. Johnson, John Burnside, Miguel Siyuco e Umberto Eco. Collabora con «Il Manifesto».


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